L'attentato stavolta lo subisce il Garante della Privacy, accusato dal conduttore di Report di essere "armato dal governo", come se la decisione di multare la Rai per 150mila euro per aver mandato in onda un audio privato fosse una scelta "politica" e non una decisione legittima.
Lo scontro senza precedenti tra il giornalista Rai e l'Authority inizia di buon mattino, quando Ranucci organizza una conferenza stampa a Strasburgo assieme all'europarlamentare Avs Sandro Ruotolo, accusando il Garante di agire come se fosse un'emanazione del governo, chiedendo all'Authority Ue di vigilare sul nostro Garante. Apriti cielo: "In relazione alle gravissime affermazioni rese dal dottor Sigfrido Ranucci in data odierna nel corso della conferenza stampa al Parlamento europeo di Strasburgo, il Garante Privacy, nella totalità dei componenti, ribadisce l'assoluta indipendenza e trasparenza del proprio operato a difesa della legalità", dice una nota dell'Autorità, che "si riserva ogni necessaria iniziativa a propria tutela".
Da giorni si rincorrevano le voci di una probabile multa per Ranucci, comminata al suo editore per aver pubblicato gli audio di una telefonata tra l'allora ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini, andate in onda nel dicembre scorso. La decisione di sanzionare Viale Mazzini con 150mila euro si apprende intorno alle 17:30: "La Rai ha violato disposizioni del Codice della Privacy, del Gdpr e delle Regole deontologiche relative ai dati personali nell'esercizio della professione giornalistica", sostiene il Garante, che ha altresì respinto il reclamo dell'ex ministro nei confronti di altre testate.
La sanzione è appellabile, spiega l'avvocato Cristina Rabazzi, Responsabile dipartimento Privacy e Cybersecurity dello studio legale Gebbia Bortolotto Penalisti Associati. "I provvedimenti del Garante, in quanto atti amministrativi, sono impugnabili avanti al tribunale ordinario, il quale può non solo annullare ma anche modificare il provvedimento contestato, oltre a disporre in merito ad un eventuale risarcimento del danno".
Ma la stessa sanzione nasce "in un procedimento avviato nel dicembre 2024 e definito in esito a completo contraddittorio", spiega nel dettaglio il Garante. Il 12 dicembre, quasi contemporaneamente la Procura di Torre Annunziata e la Procura di Roma avevano acquisito la registrazione della trasmissione di Sigfrido Ranucci. La telefonata tra Sangiuliano e la moglie, secondo la Boccia - che l'aveva depositata in Procura - aveva lo scopo di smascherare la ricostruzione della vicenda Boccia fatta dal ministro al Tg1 ricca, a detta della ex consulente, di "menzogne, pressioni indebite e conflitti d'interesse" di cui si sarebbe macchiato lo stesso Sangiuliano. Da qui l'audio rubato "per dimostrare con chiarezza il ruolo effettivo della moglie del ministro" nella sua cacciata dal ministero. Chi ha dato la telefonata a Report avrebbe commesso due illeciti, aveva detto al tempo l'avvocato di Sangiuliano Silverio Sica. Nel frattempo il file non più consultabile sul sito di Report, che ha scelto di cancellarlo. Il reato che la Procura di Roma contesterebbe a Boccia, Ranucci e all'inviato di Report Luca Bertazzoni è l'articolo 615bis, ovvero "interferenze illecite nella vita privata". L'ipotesi è che Sangiuliano abbia commesso la leggerezza di mettere in viva voce la sua telefonata mentre discuteva (di persona) della Boccia con la moglie, pur di avere un buon motivo per negare all'imprenditrice il famoso ruolo di consulente presso il ministero. Peraltro, già prima della messa in onda, al programma di Rai3 era stata fatta pervenire una diffida, ma Ranucci aveva difeso la sua scelta di pubblicarlo "per il grande interesse pubblico che ha portato a uno scandalo internazionale e alle dimissioni di un ministro".
Dopo quella telefonata "Sangiuliano invia un sms al suo capo di Gabinetto nel quale chiede di sospendere l'iter della nomina", continua Ranucci, che può contare sull'appoggio dell'Ordine dei giornalisti che ha subito archiviato il procedimento a suo carico. Ma il Garante, evidentemente, la pensa diversamente.