Roma - Ma davvero l'Italia è ancora così fragile finanziariamente dopo le crisi economiche e i conseguenti sacrifici imposti alla popolazione con l'allungamento dell'età pensionabile e i tagli ai servizi? Non è facile dare una risposta, anche se spesso si cita l'entità del nostro debito pubblico, che con i suoi 2.340 miliardi è superiore al 130 per cento della ricchezza nazionale. Ma il rapporto debito/Pil non è l'unica variabile che pesa. Lo spiega un rapporto del Servizio ricerca del Parlamento europeo corredato di tabelle assai significative. Il rapporto fa notare che l'Argentina è andata in default non riuscendo a ripagare il debito nonostante fosse «solo» al 60 per cento del Pil, mentre il Giappone sostiene un debito che ammonta al 200 per cento del debito annuale.
Ci sono però altri segnali che, nel caso dell'Italia, si sommano pericolosamente. Tra questi molto significativo è il fabbisogno finanziario necessario per fare fronte a agli obblighi di pagamento dello Stato, tra debito principale con gli interessi e deficit primario. L'Italia ha anche in questo caso il record negativo in Europa, dovendo accantonare a questo scopo il 22,1 per cento del Pil, contro il 18,4 per cento della Spagna, il 13,7 del Portogallo e il 12,8 della Francia. Secondo il Fondo monetario internazionale, questo valore, per assicurare stabilità finanziaria al Paese dovrebbe restare al di sotto del 15-20 per cento della ricchezza nazionale. È una valutazione opinabile, ma sta di fatto che il nostro Paese è abbondantemente al di là di questa soglia.
Altro elemento è la percentuale di debito in carico alle banche. Anche qui l'Italia ha una posizione molto più pericolosa: il 62,1 per cento dei titoli di Stato che finanziano il debito è in pancia alle banche, il valore più alto d'Europa, alla pari con quello di Malta. Ecco perché in Borsa, quando lo spread è salito, sono stati proprio i titoli bancari i primi a perdere terreno. L'Italia ha invece una quota piuttosto ridotta, il 32,3 per cento del Pil, di debito in mano a investitori stranieri.
L'ultimo elemento preso in considerazione dal report dell'Europarlamento, è l'alto rendimento offerto dai titoli del debito italiani, il 3,16 per cento sui bond a dieci anni, valore molto più alto non solo dei rendimenti tedeschi, ma anche di quelli spagnoli.