La resa del governo: non si possono vendere i pezzi d'Italia all'estero

Ritirato l'emendamento sulla norma che consentiva la cessione dei beni oltreconfine

La resa del governo: non si possono vendere i pezzi d'Italia all'estero

«Vittoria di Fratelli d'Italia». Così la leader di Fdi, Giorgia Meloni, ieri sera ha salutato il dietrofront del governo sull'emendamento alla legge di Bilancio che avrebbe consentito la cessione dei beni del demanio italiano a Stati esteri consentendo di finanziare con l'incasso le spese dei ministeri proprietari. Il viceministro dell'Economia, Enrico Morando in commissione Bilancio alla Camera ha spiegato che la norma serviva ad accelerare la vendita di Palazzo Caprara (proprietà della Difesa) in Via XX Settembre a Roma a un fondo del Qatar. Vista la natura puntuale, visto lo scollamento della maggioranza e le polemiche dell'opposizione [«La Lega combatterà», aveva annunciato il carroccio, «Siamo a Totò e Peppino», aveva chiosato Fratoianni di LeU), l'esecutivo ha deciso di ritirare la proposta di modifica.

Un'altra iniziativa bipartisan intrapresa dai deputati è stata la destinazione al Fondo per la ricostruzione delle aree terremotate gli 80 milioni di euro di risparmi che la Camera ha accumulato nel 2017 e ha già fatto confluire nel bilancio dello Stato. In ogni caso, l'impasse su alcuni temi-chiave come fisco e web tax hanno indotto governo e maggioranza a rinviare la non-stop sulla manovra a questa notte. La legge di Bilancio, pertanto, potrebbe arrivare nell'aula di Montecitorio stasera o addirittura domani mattina. Le difficoltà di comunicazione tra Pd e Palazzo Chigi hanno imposto un'ulteriore riflessione.

Tra gli emendamenti alla manovra depositati dal governo c'è anche la proposta di proroga della Cigs per i lavoratori dell'Ilva che costa 24 milioni di euro. I concessionari autostradali saranno obbligati a sottoporre a gara il 60% dei contratti di lavori sulle tratte. La commissione Bilancio ha dato l'ok alla deroga al codice degli appalti richiesta dai sindacati per evitare la messa a rischio di circa 3mila posti di lavoro. Approvata, infine, una stretta sul recupero dei crediti giudiziari che velocizza i pignoramenti in caso di accertamento della solvibilità da parte della riscossione.

Come detto, il nodo resta sempre la nuova formulazione della web tax come imposta minima su tutte le transazioni e-commerce da parte di imprese che hanno una stabile organizzazione nel Paese: la strada per «colpire» Amazon e Facebook salvando le aziende italiane è complicata.

Un consenso bipartisan di molto maggiore rispetto alle vendite immobiliari hanno avuto le misure di sostegno agli italiani nel mondo. Due milioni sono concessi a partire dal 2018 per la promozione della cultura italiana, un milione è destinato ai Comitati per gli italiani all'estero, 400mila euro a favore delle agenzie di stampa specializzate e un milione per la stampa italiana all'estero. Oltre 270mila euro sono destinati nel 2018 alla manutenzione del cimitero italiano di Tripoli, mentre un milione è riservato agli italiani disagiati del Venezuela.

Una delle modifiche approvate prevede la soppressione del FondInps che raccoglie le quote del Tfr maturando. Lo stop arriverà con un decreto del ministero del Lavoro e del Tesoro.

Con lo stesso decreto, sentiti i sindacati, sarà individuata, tra i fondi pensione negoziali di maggiori dimensioni sul piano patrimoniale, quella cui far affluire le quote di Tfr del Fondinps. Concessi, infine, ulteriori dieci mesi di rinvio alla normativa di riforma del servizio taxi e Ncc.

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