Resisteva allo stupro, lui la decapita

Colf ucraina massacrata, forse ha tentato di ribellarsi. Il killer, vestito da Rambo, voleva farla a pezzi

Resisteva allo stupro, lui la decapita

Roma Massacrata di coltellate, poi decapitata. Mentre gli agenti di polizia cercavano di sfondare le finestre Federico Leonelli, 35 anni, li «accoglie» urlando con una mannaia in mano. Non fa in tempo a colpirli, però, che viene centrato dai loro proiettili. Inutile la corsa all'ospedale Sant'Eugenio.

Mattinata di orrore e follia, ieri, in un villino dell'Eur, il quartiere bene della capitale. Sono passate da poco le 10,45 quando gli abitanti di via Birmania telefonano alla questura. «Sentiamo urla disumane di una donna, correte». Al civico 86 della stradina si sta consumando una scena da far accapponare la pelle. L'uomo, alto, biondo e con gli occhi azzurri trascina per le scale che portano a un seminterrato una donna ucraina di 42 anni, Oksana Martzeniuk. Sembrerebbe ancora viva. La poveretta lavora nella villa, di proprietà di una Srl che realizza parcheggi per conto del Comune di Roma, come domestica-custode. Nel suo appartamento, la tavernetta al piano seminterrato, c'è il giovane romano, «figlio di un ex colonnello della Guardia di Finanza», racconterà poi chi lo conosceva. Nel cortile dell'abitazione la sua auto parcheggiata, una Chevrolet grigia.

Quando gli agenti arrivano sul posto, all'ingresso trovano una pozza di sangue, schizzi alle pareti e una lunga scia, segno di un corpo trascinato sul pavimento. Poi le ciabatte di una donna, anch'esse intrise di sangue. Provano a entrare al piano di sotto, a convincere lo squilibrato che per lui è meglio fare come dicono loro. Ma l'uomo di aprire non ne vuol sapere. Tocca ai pompieri scardinare le inferriate mentre l'omicida, probabilmente, finisce la vittima con il colpo al collo. All'improvviso Leonelli apre la porta: la scena che si presenta agli occhi dei presenti è raccapricciante. La donna, capo mozzato, è sul pavimento. L'omicida dritto in piedi, «maschera filtro» bianca calata sul volto barbuto, pantaloni mimetici, t-shirt nera, cintura in cuoio stile militare, anfibi, occhiali da tiro a segno. Soprattutto un'accetta da macellaio in mano. Una specie di «Rambo» infuriato che urla a più non posso mentre si scaglia contro gli uomini in uniforme. La sparatoria è inevitabile: colpito al torace da più proiettili, cade mentre cerca di salire in auto per la fuga. Trasportato al vicino pronto soccorso, arriva in ospedale cadavere. In serata lo sfogo disperato della sorella, Laura: «Perché gli hanno sparato al cuore? Potevano sparagli altrove, deve essere fatta chiarezza». Fine dell'ennesima storia di violenza sulle donne che lascia mille dubbi e lati oscuri. Intanto il modo con cui la poveretta è stata assassinata: in passato lei aveva segnalato ai padroni di casa che l'uomo era solito maneggiare coltelli e armi da taglio. Che Leonelli si sia fatto suggestionare da «John», il terrorista inglese convertito all'Islam che ha trucidato il reporter americano nei giorni scorsi e il cui video ha fatto il giro del web? Un delitto, a quanto sembra, premeditato: solo così si spiega l'accortezza di coprirsi completamente il corpo e ripararsi dagli schizzi di sangue. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e dalla squadra mobile romana, cercano di fare luce. L'assassino e la vittima hanno discusso furiosamente prima del tragico epilogo. «Aiuto mi ammazza» urlava l'ucraina secondo i testimoni. Perché? Federico avrebbe provato a violentarla e lei avrebbe provato a ribellarsi, è l'ipotesi sui cui lavorano gli investigatori. Oppure c'è dell'altro? Una volta uccisa il tentativo, fallito, di far sparire il corpo facendolo a pezzi. A cominciare dalla testa.

L'uomo «era una specie di tutto-fare - raccontano i vicini - incaricato di fare manutenzione al villino».

E questo spiega, almeno in parte, l'abbigliamento. Leonelli era ben conosciuto nella zona perché da due mesi viveva nella villa (ora sotto sequestro), essendo amico dei proprietari. E ieri sera una coppia è stata vista uscire dall'abitazione diretta in questura.

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