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Responsabilità anche dei follower

È stata solo una bravata? No, molto di più e non solo perché c'è scappato il morto che è pure un bimbo.

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È stata solo una bravata? No, molto di più e non solo perché c'è scappato il morto che è pure un bimbo. Qui c'è istigazione a delinquere.

Molti ragazzi fanno bravate, sfidano il limite e prendono rischi. Spesso va bene. Qualche volta succede qualcosa. Ogni tanto finisce in tragedia. Non dovrebbe succedere, non dovrebbero fare bravate. Vanno dissuasi con l'educazione e però quando le fanno vanno puniti.

Tutti le abbiamo fatte e tante volte c'è andata bene, per pura fortuna. I ragazzi continueranno a farle. Magari anche quel povero bambino le avrebbe fatte, tra 15 anni.

Ma qui è successa un'altra cosa. Non è stata una bravata, per provare un brivido. Qui c'era un calcolo, una finalità esterna alla dimensione del ragazzo o del gruppetto di ragazzi. Qui c'era la volontà, il disegno di rispondere a una domanda di mercato: i follower che chiedono esperienze forti. Un pubblico vasto che può portarti in breve sull'altare: diventare un influencer.

Quei giovani non erano in auto come ragazzi che si stanno divertendo, magari abusando ed eccedendo. Quelli stavano producendo un prodotto mediatico. Non dissimile dai giochi dei gladatori, che finivano nel sangue perché il pubblico cercava il sangue. Anche questo pubblico cerca emozioni forti. Il video dell'incidente, se non sequestrato dal magistrato, sarebbe già virale. Il profilo social dei ragazzi sta raddoppiando i follower ogni 24 ore. E con essi i guadagni. Un business, altro che bravata.

Allora ci dobbiamo chiedere: punire il ragazzo alla guida, su cui manco si discute, sarà sufficiente? Quando una persona commette un reato, ne assume la responsabilità soggettiva. Perfetto. Ma siamo sicuri che questo chiuda e punisca tutte le responsabilità dell'evento? Siamo sicuri che non ce ne siano altre, di responsabilità? Un evento richiesto da 600mila follower. Se non questo un altro simile. Potenzialmente altrettanto pericoloso.

Sicuro che questi follower non abbiano alcuna responsabilità? Sicuro che non debbano rientrare nel giudizio? Se non in quello legale, neanche in altri? Chi segue personaggi del genere, che compiono fatti del genere per produrre esperienze mediatiche del genere, non dovrebbe essere oggetto di attenzione educativa, forse terapeutica, sicuramente inibitoria?

Altrimenti, togliere di mezzo chi guidava equivale solo a lasciare libero il suo posto per un altro che farà le stesse cose, producendo gli stessi video per gli stessi follower.

I quali, se non i mandanti, somigliano molto a degli istigatori di futuri crimini.

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