Roma Avrà anche parlato per 11 ore con i magistrati che lo hanno fatto arrestare nell'ambito dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma, ma ha detto solo cose che i pm già sapevano. Ed è per questo che, nonostante il parere favorevole della Procura, il gip Maria Paola Tomaselli ha respinto la richiesta di scarcerazione dell'imprenditore Luca Parnasi, arrestato il 13 giugno per corruzione. Niente domiciliari, come aveva sollecitato l'avvocato Giorgio Tamburrini, visto che numerosi altri indagati, tra cui alcuni suoi stretti collaboratori, sono ancora in cella. Nell'ordinanza il gip spiega che il costruttore si è limitato a fornire chiarimenti sul suo ruolo di amministratore della Eurnova e sui suoi collegamenti con la politica, ma senza offrire nulla di più di quello che non fosse già a conoscenza degli inquirenti.
Il gip si sarebbe aspettato invece una maggiore collaborazione, come quella fornita dal manager Luca Caporilli, a cui sono stati concessi i domiciliari dopo aver fatto importanti ammissioni anche su Luca Lanzalone, l'avvocato genovese vicino al M5s considerato il referente dello stadio per il Comune di Roma. Ora a Parnasi non resta che sperare nella Cassazione, che discuterà il suo caso l'11 luglio.
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