Cronache

Il riassunto di un'Italia da Far West

Una piccola vicenda del nostro disgraziato paese che ne fa vedere anche un'altra, più grande

Il riassunto di un'Italia da Far West

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Una piccola vicenda del nostro disgraziato paese che ne fa vedere anche un'altra, più grande. Oppure potrebbe essere una serie distopica grottesca, titolo: il Regionale 3075. Ma soprattutto una metafora, che vi spiego tra poco. Anzitutto arrivano questi turisti che prendono d'assalto un treno come fosse una diligenza nel Far west e si piazzano nel vagone riservato a ventisette ragazzi disabili, affetti da sindrome di Down, con tanto di cartelli su ogni posto.

Il treno, paradossalmente, arrivava già disabile per conto suo, pur senza disabili all'interno, perché era stato vandalizzato durante il tragitto non da turisti ma da teppisti (ammesso non fossero turisti teppisti, una cosa non esclude l'altra) che hanno reso inutilizzabile il vagone, prendendo un estintore e ricoprendo di polvere anticendio una carrozza, e già che c'erano dando fuoco ai dispenser di amuchina (saranno stati No Vax, chi mai si metterebbe a dar fuoco ai dispenser di amuchina?). Dove siano finiti i vandali non si sa, li hanno presi, non li hanno presi, boh.

In tutto questo, a Genova, dove salgono i disabili e i simpatici turisti si rifiutano di lasciare i posti, che succede? Arriva la polizia ferroviaria, arrivano i controllori, venti minuti di traccheggiamenti, i turisti non vogliono lasciare i posti che non gli spettano, e chi è costretto a andarsene prendendo il pullman messo a disposizioni da Trenitalia? I poveri disabili.

Che in realtà non sono i veri disabili della situazione. Sono disabili, nel cervello, coloro che sono rimasti seduti su posti prenotati dai disabili. Quantomeno dei cretini, non so se italiani o meno, ma cambia poco, l'imbecillità non ha nazionalità. Sono «disabili» quelli della polizia ferroviaria, che non ho capito perché si chiami polizia ferroviaria se non riesce a far rispettare il diritto. Sono andati lì, hanno parlato con i bifolchi, e se ne sono andati. Stessa cosa successa molte volte con i No Vax che hanno fatto battere in ritirata carabinieri e vigili. Sulle abilità di Trenitalia sorvolo, chi viaggia sui treni italiani ci è abituato.

Qual è la metafora? Che i questi giorni drammatici di guerra non si fa che di discutere se sia giusto mandare armi o meno al popolo ucraino, soprattutto non le armi non le vogliono i pacifisti, ma anche chi simpatizza con Putin senza dirlo apertamente. Ci vuole il dialogo, dicono.

Nel frattempo, con il dialogo, non siamo capaci di fermare quattro vandali, né di far scendere un branco di incivili che invade la carrozza di un treno.

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