Guerra in Ucraina

Quel ricatto da Zar kamikaze

Sembra che Putin faccia di tutto per compromettere quel residuo di credibilità, proprio nel momento in cui ne avrà più bisogno per sedersi ai tavoli dove lo aspettano a breve.

Quel ricatto da Zar kamikaze

Sembra che Putin faccia di tutto per compromettere quel residuo di credibilità, proprio nel momento in cui ne avrà più bisogno per sedersi ai tavoli dove lo aspettano a breve. Nel tentativo, per ora riuscito, di far risalire le quotazioni del rublo, ha giocato la carta del pagamento del gas e ancora una volta s'è scontrato con la fermezza degli europei, eccessivamente sottovalutati. Così il braccio di ferro s'è trasformato in un più gattopardesco vediamo come fare affinché tutto cambi in apparenza ma tutto resti com'è in sostanza.

Prima di entrare in dettagli, va detto che non stiamo parlando di non accendere i fornelli o la luce da un giorno all'altro. Il nostro fabbisogno energetico dei prossimi mesi è già stivato nei depositi e l'intera partita riguarda piuttosto la ricostituzione delle scorte per il prossimo inverno, che normalmente avviene in estate, periodo di minori consumi.

La soluzione che si profila è di far aprire ai compratori di gas dei paesi «ostili» due conti presso la Gazprombank, uno in rubli e uno in euro o dollari, le due valute dei contratti sottoscritti. Il versamento avverrebbe in valuta pregiata e sarebbe poi la banca stessa a cambiarlo in rubli, accreditandoli sul conto da cui poi verrebbero trasferiti al fornitore come pagamento finale del gas. Un po' articolato, ma fattibile, col vantaggio che non si svela il bluff, Putin non è costretto a fermare gas e soldi, ma Gazprom incassa rubli e salva la faccia. C'è una difficoltà, sulla determinazione del prezzo di fatturazione: in euro come da contratto ovvero in rubli e, in questo caso, a quale cambio? Questione all'esame degli esperti che si capirà meglio nei prossimi giorni, visto che le forniture di aprile andranno saldate alla fine del mese o a maggio.

Tuttavia, ci sarebbe anche la possibilità per alcuni Paesi di continuare a pagare in euro col sistema attuale: chi, lo deciderà la commissione governativa tra dieci giorni. Ulteriore strumento di discriminazione e pressione, secondo il Cremlino, verso l'uno o l'altro Stato europeo, non tutti esposti allo stesso modo. La Germania deriva oltre un quarto della sua energia dal gas, che per quasi il 60% le arriva dalla Russia. L'Italia produce oltre il 30% della sua energia col gas, al 40% russo. L'Ungheria, che è più morbida verso Mosca, basa come noi un terzo dell'energia sul gas, che però arriva per oltre il 70% dalla Russia.

Tornando al quadro generale, pare evidente ogni giorno di più quel crepuscolo che accompagna sempre i dittatori, che possono sì umiliare in diretta mondiale il capo dei servizi segreti, salvo però pagarne il prezzo: nessuno oserà mai dirti come davvero stanno le cose.

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