"Ricco chi guadagna 2mila euro? Aiuti a chi ha stipendi ragionevoli"

Il ministro dell'Economia Giorgetti replica all'opposizione sul taglio delle tasse. "Pensiamo di essere nel giusto, siamo stati massacrati da chi può permetterselo"

"Ricco chi guadagna 2mila euro? Aiuti a chi ha stipendi ragionevoli"
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"Una volta che abbiamo cercato" di aiutare "non i ricchi ma chi guadagna delle cifre ragionevoli siamo stati massacrati da coloro che hanno la possibilità di massacrare". Il ministro all'Economia, Giancarlo Giorgetti, parlando in collegamento con il Festival dei Territori Industriali a Bergamo, ha difeso la manovra "perché pensiamo di essere nel giusto" e che "un'analisi serena e oggettiva" del complesso della manovra "possa portare a ben altri risultati".

Il titolare del Mef ieri ha risposto al polverone sollevato dall'opposizione: "Bisogna capire cosa si intende per ricco: se uno che guadagna 45mila lordi, quindi circa 2mila netti lo è, hanno un concezione della vita un po' ", ha detto, e poi sottolineato che il governo quest'anno è intervenuto sul ceto medio dopo i diversi provvedimenti per i ceti più deboli e ora "abbiamo coperto anche la fascia dei redditi fino a 50mila euro. Mi sembra una logica nell'orizzonte pluriennale sensata. Mi sembra che questo tipo di analisi", cioè quelle critiche riferite a Corte dei conti e Istat, "si siano concentrate su un solo elemento. Ricordo, per esempio, che abbiamo reso stabile il cuneo fiscale", ha aggiunto il ministro. Che si augura di poter compiere nel passaggio parlamentare della manovra l'intervento relativo agli iperammortamenti e superammortamenti "perché sono quelli che in qualche modo danno un impulso quasi automatico per rinnovare, investire, migliorare". Secondo Giorgetti, renderli pluriennali "sarebbe una bella cosa perché forniscono agli investitori un quadro di certezza nel tempo e quindi anche la possibilità e la capacità di programmare gli investimenti. Cercheremo sicuramente di trovare una soluzione".

Gli spazi di modifica della legge di bilancio sono strettissimi ma in queste ore i partiti stanno accelerando il lavoro per mettere a punto gli emendamenti, attesi entro venerdì 14 in Senato. Giorgetti li ha già avvertiti che sugli emendamenti verrà fatta una attenta valutazione perché vanno garantiti i saldi e la traiettoria della spesa. Ma ha anche fatto delle aperture. Sugli affitti brevi, ha detto che verranno valutate le proposte: e sul tavolo, oltre all'ipotesi di eliminare l'aumento, c'è anche quella di limitarlo al 23 per cento. Sui dividendi ha ammesso che la norma ha dei problemi e che il ministero è già al lavoro per trovare un rimedio: allo studio ci sarebbe la riduzione della soglia di partecipazione dal 10% al 5%, oltre all'impegno a mantenere le quote in portafoglio per un periodo minimo. Giorgetti ha inoltre aperto sul blocco delle compensazioni dei crediti, al fine di preservare alcuni settori come l'autotrasporto.

Nel suo intervento a Bergamo ieri il capo del ministero dell'Economia è intanto tornato sul tema delle banche: "Da un lato i banchieri dicono che c'è poca domanda di credito, noi pensiamo che lo sforzo dello Stato attraverso il sistema delle garanzie pubbliche sia da tenere maggiormente in considerazione: le banche devono tornare a concentrarsi sull'attività creditizia tradizionale", ha spiegato. Ricordando che per una banca è molto più semplice guadagnare e fare profitto con la gestione statica dei soldi depositati, ma sul piano dell'economia reale è molto più importante mettere in moto l'attività di credito.

Infine, una stoccata al governo di Berlino: "Il governo tedesco in modo incredibilmente massivo sta intervenendo a sussidio dell'economia in Germania: sarebbe vietato dalla normativa europea, anche questo sarebbe il caso di chiarirlo". L'Ecofin della settimana prossima dovrà trattare il tema energia "e noi cercheremo di difendere le nostre buone ragioni sulla tassazione dell'unica fonte" certa, cioè il gas "altrimenti sarà la pietra tombale sull'industria italiana dal 2033 in avanti". Quanto infine alle guerre commerciali, Giorgetti si è detto più preoccupato del problema dell'aggressività asiatica perché "l'overcapacity cinese punta all'Europa attraverso dumping, tassazione di favore, tutte le regole sociali e ambientali che non vengono rispettate".

Nel G7 vanno, dunque, ridiscusse le regole commerciali: "Non ci deve essere un ingresso libero e indiscriminato.

Il problema non è solo italiano, ma ha messo in crisi il modello tedesco fatto di energia a basso costo proveniente dalla Russia ed esportazioni verso la Cina. È un modello completamente saltato. Si tratta di un problema di sopravvivenza per l'Europa, non solo per l'Italia", ha concluso.

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