La ricetta di Orbán: "Incontro Putin-Zelensky possibile e necessario"

Il premier ungherese: "Serve un cessate il fuoco e poi si parlerà di pace. Meloni? È la mia sorella cristiana"

La ricetta di Orbán: "Incontro Putin-Zelensky possibile e necessario"
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Soluzioni semplici per problemi molto, molto complessi. Uniti a una palese spavalderia e un'inaspettata voglia di parlare. Così Viktor Orbán arriva al forum di Cernobbio e ne ha per tutti. Dalla guerra in Ucraina all'immigrazione, dalle politiche europee a Trump, passando per la vicenda Ilaria Salis su cui si dimostra particolarmente agguerrito.

Ma il nodo cruciale su cui il premier ungherese e presidente di turno della Commissione europea punta il dito è la situazione tra Russia e Ucraina. «Se non c'è una comunicazione non c'è nessuna possibilità di bloccare la guerra. Quello che stiamo facendo è sbagliato perché non c'è una comunicazione con i russi attualmente. Abbiamo bisogno di una comunicazione con l'Ucraina, ma abbiamo anche bisogno di una comunicazione con la Russia», tuona Orbán. E quindi, la più semplice delle soluzioni: «Un incontro tra Putin e Zelensky è certamente possibile e necessario». Come fare? Secondo il premier di Budapest, che ha assicurato di avere un buon rapporto con Zelensky (ma è andato via prima di poterlo incontrare), non è così difficile. Basta risolvere quello che lui definisce fraintendimento. «Si pensa che prima dovremmo mettere insieme un piano di pace, poi iniziare una negoziazione e poi attuare un cessate il fuoco. Non è così. Il mio punto è prima il dialogo, poi il cessate il fuoco e poi si può iniziare una negoziazione su un accordo di pace». La ricetta Orbán, a suo dire, si basa sulla sua esperienza «Non è la mia prima guerra. Ho una certa esperienza diretta sulla gestione delle guerre e sulla gestione della pace», spiega candidandosi a un ruolo negoziale. «Sono stato a Kiev e poi sono stato a Mosca, a Pechino e poi anche al Summit della Nato a Washington e a Mar-a-Lago, da Donald Trump, che sostengo, spero sia il prossimo presidente», ha detto.

Orbàn ha avuto parole al miele per la premier Giorgia Meloni, «Giorgia Meloni è la mia sorella cristiana. Ci stiamo avvicinando a una nuova era dove le culture simili hanno un ruolo molto più importante del passato. E lei è fondamentale», mentre è stato durissimo sul nuovo corso dell'Europa. «La precedente Commissione europea si è dimostrata fallimentare in termini di competitività dell'economia, immigrazione e stop alla. A Bruxelles è stato deciso di creare sostanzialmente la stessa Commissione, quindi è molto difficile che possano cambiare le cose», ha detto il premier ungherese.

Durissimo anche riguardo una questione che interessa da vicino il nostro Paese, Ilaria Salis, prima detenuta proprio in Ungheria e ora eletta a Bruxelles dopo la candidatura di Avs: «È un affare italiano ma venire in Ungheria in modo organizzato, usare violenza contro cittadini ungheresi che stavano solo camminando per strada e poi essere premiata con l'elezione europea è molto italian way, non è certo lo stile ungherese», ha accusato Orbán,

che riguardo alle immagini che hanno fatto il giro del mondo, della Salis in aula a Budapest in catene chiosa: «Sto ai fatti, e quel che ha fatto Salis è un crimine». Soluzioni facili a questioni complesse, molto Orbán way.

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