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Richieste di privacy e collere pubbliche: cortocircuito rosa

Tanto per cambiare la politica si infebbra di fatti privati. Figli illegittimi che illegittimi non sono, fidanzate segrete che segrete non rimangono

Richieste di privacy e collere pubbliche: cortocircuito rosa

Tanto per cambiare la politica si infebbra di fatti privati. Figli illegittimi che illegittimi non sono, fidanzate segrete che segrete non rimangono. Ciò che sorprende è come ognuno di noi stia nel solco dell'attenzione in maniera diversa. Paola Belloni, la compagna di Elly Schlein, si è lamentata perché i giornali sono andati a stanarla nella sua intimità, sono piombati indelicatamente sulla sua storia d'amore, sbattendo in copertina una foto di lei ed Elly nella quale, come se non bastasse, Paola aveva calcato in testa un mortificante berretto di lana. Un po' come se le fossero andati a leggere il diario segreto (malgrado il lucchetto a forma di unicorno e il nascondiglio sotto al letto), e avessero scoperto frasi e dediche e disegni di cuori trafitti che grondano sangue e struggimento. Si è sinceramente stupita, Paola, dell'intromissione degli organi di informazione nella sua vita privata. Come se non fosse una donna che sta con il neo-segretario del Pd, che poi è una donna a sua volta. E sì, questo, incontrovertibilmente, aumenta la curiosità. Ma a dire il vero è stupefacente che Paola si sia stupita. Anche se nello stranirsi, ne ha approfittato per postare una sua foto in grazia di Dio (cioè posatissima, con chioma di velluto e senza berretto di lana), per sostenere la causa delle famiglie omogenitoriali e per parlare della legge contro l'omolesbobitransfobia.

Ma le cose toccano ognuno in modo diverso, appunto. E quindi sempre ieri, c'era l'esempio di segno opposto: Rachele Silvestri, deputata FdI, che l'attenzione della stampa se l'andava a prendere di proposito. Nella fattispecie chiedeva ospitalità su una pagina del Corriere della Sera per depositare una granitica verità a futura memoria del suo bambino: non è vero che sei il figlio che ho avuto di nascosto con un politico sposato, queste sono tutte cattiverie messe in giro da certe malelingue che vogliono affossarmi politicamente e tu, piccolo mio, sei il figlio stra-voluto e concepito «alla luce del sole» da me e dal tuo papà. La dimostrazione del fatto che non ho nulla da nascondere? La prova del Dna.

Abbiamo guardato e riguardato la notizia come fosse una macchia di ruggine nel granturco. C'è qualcosa che gratta in gola in quel tono misto di acciaio e ghiaccio. Altro che diario segreto: il Dna. È quasi più intimo dell'utero, più sacro e misterioso della fede. È qualcosa da proteggere con le unghie e con i denti e cosa sceglie di fare la Silvestri, per proteggerlo? Lo affida alla prima pagina di un giornale: «I veleni politici e la difesa di mio figlio». Lo ha voluto mettere subito nero su bianco perché certe frasi vanno dette a tempo. Prima che un giorno quello cresca e venga punto dal malinteso, prima che un refolo di malignità rimasto a terra gli disturbi il passo.

Come a dire che se è vero che i giornali intossicano, è vero anche che sono in grado di guarire, ti puntano i riflettori in faccia ma ti mettono pure al riparo: un pareggio inaspettato tra vizi privati e collere pubbliche.

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