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"Ridurremo l'aumento dell'Iva": così Tria ammetta la stangata

In Parlamento il ministro ammette che mancano 15 miliardi per scongiurare l'aumento dell'imposta nel 2020 e 2021

"Ridurremo l'aumento dell'Iva": così Tria ammetta la stangata

Prepariamoci alla stangata. Ci mancava soltanto l'Iva. Se prima erano avvisaglie contenute nel Def, adesso che lo ha dichiarato il ministro dell'Economia c'è poco da stare sereni. E difficilmente cambierà qualcosa, anzi, con lo spauracchio dello spread le previsioni del Pil potrebbero essere riviste al ribasso peggiorando lo scenario economico e le aspettative dei gialloverdi. Al momento però le parole di Giovanni Tria, pronunciate nell'audizione di questa mattina alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, vanno prese per oro colato. E non promettono nulla di buono. "Per il 2020 e il 2021 gli obiettivi di deficit/Pil sono del 2,1% e dell'1,8% e all'interno di tali obiettivi troverà spazio la riduzione di aumenti Iva per 5,5 miliardi nel 2020 e per 4 miliardi nel 2021", ha sentenziato il titolare del dicastero dell'Economia illustrando la nota di aggioramento della manovra.

Tradotto in soldoni: per scongelare le clausole di salvaguardia il governo avrebbe dovuto stanziare 12,5 miliardi all'anno, invece ne prevede meno della metà. E così da gennaio 2020 l'Iva passerà dall'attuale 22% al 24,2% nel 2019 per passare al 25% nel 2021. Aumenti anche per quanto riguarda l'aliquota ridotta applicata ai servizi turistici, a diverse operazioni edilizie e ad alcuni prodotti alimentari: si passerà dall'11,5% nel 2019 al 12% nel 2020.

Insomma, se Tria ha sterilizzato gli aumenti nel 2019, la sterilizzazione per i due anni successivi è solo "parziale". Il tutto era già stato messo nero su bianco nel Def: "Gli aumenti di Iva e accise previsti dalla legislazione vigente per gli anni 2020 e 2021 verranno parzialmente cancellati, rinviando al Programma di Stabilità 2019 la definizione di interventi di revisione della spesa corrente e di miglioramento della riscossione delle imposte che consentano la completa eliminazione delle clausole di salvaguardia". Insomma, resta una labile speranza che l'anno prossimo il governo possa reperire quei 15,5 miliardi di euro necessari a scongiurare l'aumento del balzello. Miliardi che però al momento mancano all'appello, come ha ammesso lo stesso Tria.

Se poi si aggiunge che sempre nella Nadef si legge: "Ulteriori aumenti di gettito arriveranno da modifiche di regimi agevolativi, detrazioni fiscali e acconti. Sarà introdotta la trasmissione elettronica degli scontrini e si interverrà sulle tasse ambientali", l'orizzonte si fa ancora più nero.

Altro che gialloverde.

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