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Il riflesso giustizialista della sinistra allo sbando: "Salvini va processato"

Esposto dei Verdi contro l'ordine di chiudere i porti. E invito ai cittadini a fare altrettanto

Il riflesso giustizialista della sinistra allo sbando: "Salvini va processato"

Roma - Per fortuna, c'è sempre la via giudiziaria al sol dell'avvenire, che da lustri una certa sinistra preferisce alla ben più faticosa via della politica. Del resto, il modulo di un esposto è facile da compilare, a presentarlo in procura ci vuole un attimo e un pm interessato ad un'inchiesta a visibilità garantita su qualche big della politica si trova senza grandi difficoltà.

Così, mentre quei moderati imbelli del Pd si limitano alla polemica politica contro Salvini e la sua linea dura contro i migranti (e lui si difende: «È la stessa linea di Marco Minniti»), la vera sinistra radical imbocca la via penale. E ne chiede l'arresto, o almeno il processo. Il più rapido di riflessi è stato l'immarcescibile Gianfranco Mascia, ora nei Verdi e blogger del Fatto Quotidiano, già animatore dei BoBi (Boicottiamo il Biscione, per chiudere le reti Mediaset), del Popolo Viola (per l'arresto di Berlusconi) e dei Girotondi (alternativamente, per l'arresto ora di Berlusconi ora dei leader del Pd-Pds-Ds, da D'Alema e Fassino a Veltroni e Rutelli). «Oggi - annuncia un trionfante Mascia in pausa pranzo - ho presentato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Roma nei confronti del Ministro dell'Interno Matteo Salvini sulla vicenda della chiusura dei porti e della conferenza stampa nella sede della Lega». E passi per il primo punto, che fa riferimento ad una possibile violazione della Convenzione Internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo, siglata ad Amburgo nel 1979 e ratificata dal nostro Paese nel 1989, quindi legge dello Stato, che fissa l'obbligo di soccorso in mare per chi sia in pericolo di vita, e quello del suo trasferimento in un luogo sicuro. È una delle Convenzioni cui fa riferimento, più autorevolmente di Mascia, anche il neo ministro della Giustizia spagnolo Dolores Delgado, quando dice che nel comportamento del governo italiano «potrebbero esserci responsabilità penali internazionali per la violazione dei trattati sui diritti umani».

È il secondo punto quello più curioso, laddove Mascia vuole che Salvini sia indagato per il reato di conferenza stampa. La motivazione, va detto, dimostra grande fantasia: «Chiedo di verificare se l'aver tenuto da parte di un ministro della Repubblica italiana una conferenza stampa in un luogo di partito possa essere in contrasto con le norme dell'Articolo 290 Codice penale Vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate». E incita «ogni cittadino che lo voglia» a presentare lo stesso esposto, messo all'uopo online. Alè.

Mentre Mascia, uomo d'azione, si dirigeva deciso in Procura, i più amletici esponenti di Possibile (movimento nato dalla scissione di Pippo Civati dal Pd, poi confluito in Liberi e Uguali dal quale si è in seguito semi-scisso per divergenze sulle liste elettorali) facevano sapere di stare meditando anche loro la denuncia penale contro il ministro dell'Interno anti-immigrati: «La chiusura dei porti decisa da Matteo Salvini, avallata dal governo a cominciare dal ministro Toninelli competente per materia, è illegittima e viola il diritto umanitario e il diritto internazionale del mare», spiegano la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone, Giuseppe Civati e Andrea Maestri in una dichiarazione congiunta. «Quello che sta accadendo - sottolineano - non è solo inumano, ma illegittimo. È bene ribadirlo con forza e servono reazioni civili, democratiche e giudiziarie proporzionate alla gravità dei fatti».

E al solo annuncio di denuncia si limita per ora anche il segretario dei Radicali Riccardo Magi: «La chiusura dei porti alla Aquarius è una illegittima non merita commenti ma una denuncia per omissione di soccorso».

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