Politica

Riforma del fisco, rischio stangata

Il Recovery prevede un decreto legislativo per la revisione Irpef. Tra le ipotesi: Imu prima casa, capital gain e flat tax al 23%. Il nodo del ddl Concorrenza. Sparisce lo stop a quota 100

Riforma del fisco entro luglio: il rischio è quello di nuove stangate

Una legge delega per la riforma fiscale da presentare in Parlamento entro il 31 luglio. È questa la principale novità contenuta nella versione del Piano nazionale di ripresa e resilienza licenziata dal Consiglio dei ministri di sabato notte. «La riforma fiscale - si legge nel testo - è tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e in tal senso è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee». In questa prospettiva, prosegue il Pnrr, «si inserisce la possibile revisione dell'Irpef, con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo e di ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l'equilibrio dei conti pubblici». Il disegno di legge delega terrà adeguatamente conto del documento conclusivo della «indagine conoscitiva sulla riforma dell'Irpef e altri aspetti del sistema tributario» avviata dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato ancora in corso di svolgimento. «Dopo l'approvazione della legge di delega, il governo istituirà una commissione di esperti», sottolinea il documento.

Questo orientamento, fortemente sollecitato dalla Commissione europea, non è propriamente tranquillizzante. Basti pensare che nell'ultima audizione di venerdì scorso le commissioni Finanze hanno ascoltato Ruud de Mooij, capo del dipartimento Affari fiscali dell'Fmi, il quale ha candidamente espresso un giudizio negativo sulla flat tax al 15% sulle partite Iva con ricavi fino a 65mila euro in quanto «crea distorsioni», mentre ha espresso opinione favorevole a un incremento delle aliquote Irpef sui redditi più alti in funzione redistributiva non escludendo, a questo scopo, l'innalzamento dell'imposta sui capital gain sopra una determinata soglia di reddito. Gli stessi termini aveva utilizzato nella medesima sede Fabrizia Lapecorella, direttore generale delle Finanze, ipotizzando un incremento al 23% della flat tax proprio per mitigarne l'effetto distorsivo equiparandola alla prima aliquota dell'Irpef. L'indagine conoscitiva ha poi ospitato altri pareri eccellenti come quello di Giacomo Ricotti, capo del servizio consulenza fiscale di Bankitalia. «A parità di spesa pubblica, ulteriori riduzioni del prelievo sul lavoro potrebbero essere finanziate attraverso un maggiore carico fiscale sui consumi e sulla ricchezza», aveva dichiarato aprendo di fatto a un incremento del gettito Imu ricomprendendo le prime case. Analoghe valutazioni sono state espresse in più occasioni dall'Ocse. In generale tutti gli auditi hanno espresso valutazioni positive sulla digitalizzazione dei pagamenti come deterrente all'evasione. Ultimo, ma non meno importante, il parterre de roi delle audizioni potrebbe rappresentare un buon «serbatoio» cui attingere per la commissione di esperti che dovrà scrivere i decreti delegati.

L'altro obiettivo di riforma fissato dal Pnrr è la presentazione in Parlamento del ddl Concorrenza entro luglio. L'unico precedente è quello del governo Gentiloni nel 2017. ma il lavoro era stato iniziato dall'esecutivo Renzi e si era protratto a lungo a causa della furia moralizzatrice sull'Rc auto che avrebbe potuto produrre elevati rincari se il Parlamento non avesse stoppato le offensive grilline sulla tariffa unica nazionale. Per quanto riguarda il capitolo pensioni, è scomparso il riferimento allo stop a quota 100 in luogo di un generico impegno ad «attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica».

Il sindacato è già sul piede di guerra visto l'imminente ritorno della legge Fornero.

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