Per anni nessuno se ne è occupato, anche se i guasti della giustizia italiana erano sotto gli occhi di tutti. Ora, sotto l'incalzare dell'inchiesta di Perugia e davanti alla ipotesi non remota di uno scioglimento anticipato del Csm, fioriscono le proposte di riforma più disparate. Magistrati in pensione, parlamentari grillini privi di esperienze specifiche, persino Matteo Renzi che quando era presidente del Consiglio si guardò bene dall'affrontare il tema: ognuno dice la sua. Un progetto di riforma sostiene di averlo già praticamente pronto anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che però fino a dieci giorni fa lo aveva tenuto accuratamente segreto.
Tra queste brilla l'idea di scegliere i membri del Csm non più per elezione ma per sorteggio. Lanciata dall'ex procuratore aggiunto di Torino Bruno Tinti, la trovata è stata subito definita «immonda» dal suo collega Armando Spataro; ma poco dopo è stata rilanciata da Luciano Violante, ex magistrato ed ex parlamentare comunista, anche se affogata in un meccanismo piuttosto complicato, con un Csm che dovrebbe dimezzarsi a metà mandato.
Che i membri possano venire scelti direttamente per sorteggio non è possibile a meno di non cambiare la Costituzione che parla esplicitamente di elezione. Così il deputato grillino Andrea Colletti - che ha già depositato una proposta di legge in questo senso - propone che qualunque magistrato si possa autocandidare, e che tra gli autocandidati si sorteggino quelli da sottoporre poi al voto. É uno schema che già qualcuno aveva proposto in passato, e che era stata già ampiamente criticata: «All'indomani del sorteggio - si era detto - partirebbe da parte delle correnti la corsa ad accaparrarsi i magistrati estratti, garantendo pacchetti di voti in cambio di promesse di fedeltà». Un rimedio che non rimedierebbe nulla.
A varare una nuova legge sul Csm si dichiara pronto anche l'ex premier Matteo Renzi. Che in realtà pare trovare quanto sta emergendo assolutamente normale, «il meccanismo non l'ha inventato Luca Lotti, gli incontri tra magistrati e politici ci sono sempre stati», dice Renzi; e non è neppure vero che con questo sistema siano state premiati magistrati che non lo meritavano, «il Csm ha fatto delle nomine che sono all'altezza. Se guardo le intercettazioni dico che brutte scene, se guardo le persone nominate dico che a Bologna, Milano, Napoli, a Catanzaro, Palermo, ci sono signori Procuratori nominati dal Csm».
Più dei meccanismi elettorali del Csm e dei criteri di valutazione dei magistrati, Renzi appare preoccupato delle «porte girevoli», ovvero delle toghe che si riconvertono in politica, e dei magistrati fuori ruolo assegnati agli uffici governativi.
«Se uno fa il magistrato poi non può fare il parlamentare o l'europarlamentare», dice l'ex premier. E aggiunge «se fai il magistrato non entri negli uffici tecnici dei ministeri. Ci state? Io su questo ci sto», conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.