Dopo Rimini gli alpini si mettono in riga. Ecco il manuale anti-molestie sulle donne

L'Associazione: "Non più tollerati battute e gesti a sfondo sessuale"

Dopo Rimini gli alpini si mettono in riga. Ecco il manuale anti-molestie sulle donne

«Le molestie sono apprezzamenti di natura sessuale rivolti in modo esplicito, volgare e talvolta minaccioso a una persona incontrata per strada o in un luogo pubblico. Non sono atti di goliardia»: parola di alpino. Dopo l'adunata di Rimini dello scorso anno e le polemiche seguite ai racconti (a mezzo stampa) di «violenze di genere» l'Associazione nazionale alpini ha deciso non di fare spallucce aspettando che passasse la bufera. Ma di impegnarsi in un lavoro durato mesi che ha portato alla stesura del Manifesto culturale contro le molestie e del Manuale di consapevolezza.

Ecco alcuni principi dichiarati dai documenti presentati ieri proprio a Rimini da Lino Rizzi, vice presidente nazionale dell'Ana, Massimo Cortesi, direttore de L'Alpino, e Paola Miglio, consulente dell'associazione, che hanno anche incontrato il sindaco Jamil Sadegholvaad e il vicesindaco Chiara Bellini: «L'uguaglianza piena tra uomo e donna è la vera base di una cultura del rispetto »; «La società non tollera più le battute e i gesti a sfondo sessuale»; «Minimizzare, giudicare chi subisce, girarsi dall'altra parte sono reazioni sbagliate e non giustificabili».

Dal punto di vista penale le vicende di Rimini si sono risolte in un nulla di fatto. Dalle «centinaia di casi» riportati da alcuni giornali è scaturita una sola denuncia, finita in una richiesta di archiviazione perché non è stato possibile identificare i presunti responsabili. Ciò non vuol dire, ragionano gli alpini, che il problema non esista: va riconosciuto e contrastato. «Quella che vogliamo promuovere - spiega Cortesi - è una prese di coscienza». Non certo in quanto alpini, bensì in quanto uomini. Anche attraverso la pagina www.controlemolestie.it.

«Nessuno ha mai negato i singoli episodi. Tuttavia l'equazione alpino uguale molestia, per noi inaccettabile, ci ha profondamente addolorato e ci siamo chiesti come potevamo smontarla». Non solo a parole ma con un'iniziativa concreta e dando l'esempio, come sono soliti fare gli alpini. L'Ana è così la prima e la più grande associazione maschile d'Italia (conta 330mila iscritti) a portare avanti questo tipo di operazione. «Ci impegniamo per un cambiamento di tipo culturale - continua Cortesi - che coinvolga tutti gli uomini. Ci rivolgiamo ai nostri associati e a tutti i maschi per una riflessione sulla condizione femminile nel nostro Paese». E sulla reazione che un apprezzamento fuori luogo può suscitare in una donna. «Cioè una persona che si può trovare in una posizione di fragilità, proprio il tipo di persona che da 103 anni gli alpini cercano di proteggere».

L'iniziativa, cui hanno collaborato le attiviste Karen Ricci e Eva Massari, è stata accolta bene dalle Penne nere: «Ci chiamano nelle sezioni per parlarne. La nostra volontà, senza stravolgere la nostra natura, è di assumere una posizione chiara su comportamenti inaccettabili».

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