Da Rimini a Cernobbio Renzi nei salotti buoni cerca voti per Milano

L'anno scorso snobbò entrambi gli appuntamenti. Ora è costretto al dietrofront: in vista delle Comunali chiede l'appoggio di cattolici e finanza

Matteo Renzi incontra alcuni rappresentanti della comunità italiana in Giappone
Matteo Renzi incontra alcuni rappresentanti della comunità italiana in Giappone

Torna per una sera sindaco di Firenze, Matteo Renzi, per dare il benvenuto a « my good friend Bibi », il premier israeliano, sotto le sontuose volte del salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio.

Netanyahu fa sapere di considerarlo un privilegio, che sottolinea un rapporto personale che va ben oltre le relazioni diplomatiche: «C'è un'amicizia straordinaria con Matteo Renzi, insieme possiamo collaborare e aiutarci l'un l'altro e cercare di costruire un mondo migliore».

L'incontro ufficiale si limita ad una stretta di mano nel cortile di Palazzo Vecchio, sorvolato incessantemente dagli elicotteri, e ad uno statement dei due premier. E del resto, spiegano dall'entourage israeliano, per Netanyahu l'Italia di Renzi è «il miglior amico ed alleato in Europa: con nessun altro leader c'è il rapporto che c'è tra loro due». Ricorda Renzi che «questa è la quarta volta che ci vediamo in pochi mesi», mentre Bibi spiega che «la tua visita in Israele, a luglio, ha lasciato una grandissima impressione, il tuo eccezionale discorso alla Knesset ha colpito tutti». Al di là della «chimica» che, come dicono a Gerusalemme, è scattata tra i due, l'incontro serve a Netanyahu per mandare, attraverso Renzi, un messaggio a tutta l'Unione europea. Non a caso è stato preceduto da un intenso lavoro di «spin» da parte israeliana, per mettere sul piatto la adamantina contrarietà di Israele agli accordi sul nucleare iraniano, e l'allarme che Gerusalemme vuole far registrare all'Italia e, per suo tramite, all'Europa: la repubblica degli Ayatollah è solo un'altra faccia, e forse più insidiosa perché più potente, della guerra islamista all'Occidente. «La civiltà è sotto l'assedio dell'Is - dice Bibi - che vuole catturare il mondo, ma c'è anche un altra minaccia: lo Stato islamico dell'Iran», il cui programma nucleare ha scopi «non civili ma militari» ed è «un grande pericolo per il futuro».

Renzi sul dossier Iran, fortemente sostenuto da Obama, resta cauto. Assicura che «l'Italia è al vostro fianco nella lotta al terrore e alla barbarie» ma la parola Iran non la pronuncia. Nel suo intervento alla Knesset, il giorno dopo la firma degli accordi di Vienna, spiegò che «l'accordo sul nucleare iraniano è un compromesso utile a rendere più sicura la regione, ma siamo pronti a verificarne l'implementazione» giorno per giorno perché «sulla sicurezza di Israele non ci possono essere compromessi: è la nostra sicurezza». La serata prosegue poi in forma privatissima, con una cena all'Enoteca Pinchiorri a tu per tu, accompagnati solo dalle rispettive consorti.

Sul fronte interno, intanto, ieri Palazzo Chigi ha fatto sapere che - dopo aver partecipato, un po' inaspettatamente, al Meeting di Cl a Rimini, Matteo Renzi è pronto a partire alla volta di Cernobbio, per presenziare al Forum Ambrosetti, che ogni settembre riunisce in riva al lago di Como il gotha dell'economia e della politica. Un appuntamento che l'anno scorso il premier aveva platealmente disertato, per recarsi in visita ad una fabbrica di rubinetti, spiegando: «Vado lì dove le imprese investono, e ne girerò tante», piuttosto che mischiarsi ai «soliti noti, quelli che vanno in tutti i salotti buoni a concludere gli affari di un capitalismo di relazione ormai trito e ritrito».

Quest'anno la musica è cambiata: un po' per non incrinare i rapporti con certi «salotti» alla vigilia di una difficile campagna elettorale (in primis a Milano) e un po', più semplicemente perché, come spiegano i suoi, «a Matteo piace andare dove non lo aspettano».

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