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Fischi e insulti in Aula. Inizia la battaglia sul ddl Zan

Le Autonomie spiazzano il centrosinistra: "Facciamo tutti un passo indietro". Renzi avverte: "Modifichiamo il testo o il voto segreto è un rischio"

Fischi e insulti in Aula. Inizia la battaglia sul ddl Zan

Inizia la battaglia in Senato sul ddl Zan. Prima della discussione in Aula, durante la riunione della commissione, Lega e Fratelli d'Italia hanno chiesto che il disegno di legge contro l'omotransfobia torni in commissione Giustizia a Palazzo Madama. I componenti della commissione di Partito democratico e Movimento 5 Stelle hanno confermato di essere contrari a questa possibilità, in linea anche con la posizione di Liberi e uguali. "I tempi sono molto ragionevoli. In un paio di settimane si riuscirebbe ad avere un testo votato, modificato, condiviso e pronto per essere votato dalla maggioranza", ha dichiarato il presidente leghista Andrea Ostellari.

La presidente Elisabetta Casellati ha sospeso la seduta e ha convocato la conferenza dei capigruppo per verificare la possibilità di trovare ancora un'intesa. I lavori sono ripresi con l'esame e il voto sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate dal Carroccio e da FdI (arrivata la bocciatura con 136 voti contrari, 4 astenuti e 124 voti a favore). È stata presentata anche una questione di sospensiva, da Forza Italia, che però potrebbe essere votata domani mattina visto che la seduta terminerà alle 20:30. "Martedì alle 12 scade il termine degli emendamenti sul ddl Zan", ha annunciato la dem Simona Malpezzi.

Bagarre in Aula

Gli animi si sono immediatamente accesi tra urla e fischi. A prendere parola in maniera infuocata è stato Pietro Grasso, senatore di Liberi e uguali, rivolgendosi alla Casellati: "Lei non lo deve consentire". Sono seguite le forti proteste dei partiti di centrodestra. La presidente del Senato ha invitato tutti alla calma, chiedendo di moderare i toni del dibattito: "Non c'è bisogno di urlare per esprimere le proprie posizioni, ognuno le esprima come crede senza esasperazioni. Gli Europei di calcio li abbiamo già vinti, non voglio un clima da stadio". È intervenuta anche Alessandra Maiorino del M5S. "Io non riesco a parlare perché ci sono fischi e ululati dalla destra", ha lamentato.

La senatrice Julia Unterberger, capogruppo delle Autonomie, ha chiesto ai colleghi di ripristinare la calma e di evitare di intestardirsi ognuno sulle sue posizioni: "Vorrei ricordarvi che stiamo lavorando su una legge contro l'odio, e noi lavoriamo qua in un clima di odio. Facciamo tutti un passettino indietro e magari si rinuncia a una parola che è così contestata ma non al concetto. Possiamo trovare una soluzione: mi appello a tutti a fare uno sforzo per trovare un accordo senza proseguire con questa guerra e battaglia che nuoce solo le persone che vogliamo tutelare".

"Accordo a un passo"

"Ora siamo a un passo, a un centimetro e io qui ragiono di politica: o fate di quest'Aula un luogo in cui gli ultras si confrontano e non si porta a casa il risultato e lo scrutinio segreto è un rischio per tutti o si assume la responsabilità politica di trovare un accordo che è a portata di mano, è a un passo", è stato l'avvertimento lanciato da Matteo Renzi rivolgendosi a Pd, M5S e Leu che sono contrari a modifiche al testo approvato dalla Camera. Il leader di Italia Viva ha proposto di fare un accordo sui punti dell'articolo 1, 4 e 7 e ha chiesto a tutte le forze politiche di presentarlo alla Camera entro 15 giorni: "Se si andrà allo scontro, muro contro muro, e si andrà allo scrutinio segreto, avrete distrutto le vite di quei ragazzi".

"Superiamo gli steccati ideologici"

Invita alla mediazione anche Matteo Salvini. Il numero uno della Lega ha chiesto di "superare gli steccati ideologici guardandoci in faccia". Pur sottolineando l'importanza della lotta alle discriminazioni, l'ex ministro dell'Interno ha proposto di togliere "quello che divide, i bambini, le scuole elementari". Salvini pretende chiarezza e oggettività del reato, tenendo fuori gli elementi divisivi: "Ci mettiamo d'accordo e puniamo gli odiatori, i discriminatori, puniamo chi discrimina in base al sesso. In un mese si approva una legge che punisce chi offende e andiamo a votare questa legge.

Se qualcuno invece pensa di tenere uniti i partiti non vuole diritti per gay, lesbiche e trans".

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