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Risarcimento dai fratelli Bianchi: alla famiglia di Willy 550mila euro

Risarcimento dai fratelli Bianchi: alla famiglia di Willy 550mila euro

Basta strumentalizzazioni. Per la famiglia di Willy Monteiro Duarte, che ha sempre vissuto con grande dignità il dolore per la morte del figlio, massacrato di botte per essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato, è stato un pugno nello stomaco continuare a leggere sui giornali e sui social frasi attribuite alla mamma del giovane 21enne ucciso la notte del 6 settembre 2020 a Colleferro mentre cercava di difendere un amico da un'aggressione.

Parole mai pronunciate dalla donna, che anche durante il processo appena conclusosi con la condanna all'ergastolo dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi e di Francesco Belleggia e Mario Pincarelli a 23 e 21 anni di reclusione, non ha mai fatto un commento sopra le righe, tenendo sempre un comportamento schivo, in attesa che la giustizia facesse il suo corso. «Non meritavi, figlio mio, così tanto odio, così tanta follia. Ma io resterò qui ad aspettarti perché sono una mamma. E la mamma ti aspetta sempre, anche quando sa benissimo che non tornerai», si è ritrovata invece a leggere la mamma di Willy sulla pagina Facebook MamAfrica. Un falso, come altri firmati da lei, che mai e poi mai si sarebbe sognata di scrivere qualcosa del genere. «Basta strumentalizzare il nostro dolore», hanno fatto sapere. Dolore che i Duarte hanno sempre considerato una cosa privata. E al quale hanno dato sfogo unicamente con la preghiera. Adesso, invece, viene utilizzato per sfruttare in modo squallido la tragedia e come esca acchiappa click in rete. Lunedì scorso si è concluso il processo di primo grado con la condanna dei quattro imputati, che dovranno risarcire i familiari della vittima, pagando una provvisionale immediatamente esecutiva di 200mila euro per ciascun genitore e di 150mila euro alla sorella del giovane ucciso. L'avvocato dei fratelli Bianchi, Massimiliano Pica, ha già anticipato che presenterà appello contro quello che ha definito un «processo mediatico» e che chiederà ai giudici di disporre una nuova perizia per fare luce sulle ferite inferte a Willy durante l'aggressione. Un aspetto che il legale non considera del tutto chiarito e sul quale anche i giudici ritengono ci sia ancora da indagare, tanto che prima della conclusione del dibattimento hanno rinviato gli atti in Procura per approfondire due testimonianze importanti per l'attribuzione delle responsabilità processuali.

In particolare quella di una ragazza che ha assistito al pestaggio e che ha riferito di un calcio in pancia sferrato a Willy da Gabriele Bianchi prima che il giovane si accasciasse a terra per essere poi colpito nuovamente dall'altro fratello. Un calcio che però in altre occasioni per la testimone era stato dato al petto.

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