
Se la guerra fra India e Pakistan sfociasse in un conflitto nucleare provocherebbe 125 milioni di morti e feriti in pochi giorni. Secondo gli analisti il rischio «è remoto, ma concreto». Le due potenze regionali hanno entrambe un arsenale nucleare composto da circa 170 missili ciascuno. L'India ha vettori a gittata più ampia e devastanti, ma il Pakistan possiede un numero maggiore di testate anche a livello tattico, che possono dimostrarsi insidiose se il conflitto convenzionale raggiungesse la linea di non ritorno. La dottrina degli indiani non prevede il cosiddetto «primo colpo», ma un impiego del nucleare solo se attaccati con armi atomiche. I pachistani, al contrario, sono pronti a usare i missili per primi se recepissero un pericolo alla loro esistenza come stato. Lo scenario classico è una potente invasione convenzionale che non lascerebbe scampo: l'India ha 2.15 milioni di uomini in servizio attivo e il Pakistan 1,3. Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi difesa, non crede che scoppierà una guerra nucleare «perché sarebbe la fine, ma fra le poche nazioni che si preparano da anni a un conflitto su vasta scala con i rivali c'è proprio l'India e il Pakistan».
Gli indiani hanno a disposizione oltre trenta missili balistici, con una gittata che può raggiungere i 5mila chilometri, come l'Agni-V. La base si trova nelle isole Wheeler e le testate possono raggiungere tutto il Pakistan oltre alle più importanti città della Cina alleata di Islamabad. Le forze nucleari indiane contano sul «tridente», la possibilità di colpire contemporaneamente via terra, mare e cielo. L'arma «invisibile» sono i sottomarini nucleari come l'Ins Arihant, capace di avvicinarsi alle coste nemiche e lanciare testate multiple.
Islamabad conta sull'Hatf-IV Shaheen-1, che può pure essere lanciato da un sommergibile, ma con una gittata di 2750 chilometri in grado, in ogni caso, di colpire qualsiasi parte dell'India. I pachistani, consapevoli della minoranza numerica in termini di uomini, carri armati e caccia bombardieri hanno, però, sviluppato una rete di armi nucleari tattiche, che sono in grado fermare il nemico.
«Non si può escludere uno scontro nucleare a livello locale - sostiene il generale dei paracadustisti in congedo, Marco Bertolini - India e Pakistan continuano a punzecchiarsi militarmente da anni. Se si passa ai colpi di daga, poi il passo è breve verso l'escalation». I due Paesi hanno combattuto quattro guerre dal 1947 e gli indiani ne hanno vinto tre.
Gli scenari previsti dal Bollettino degli scienziati nucleari sono terrificanti.
A seconda del numero di testate e della potenza dai 15 a 100 kilotoni (a Hiroshima erano appena 18) si calcola che nei primi giorni ci sarebbero dai 50 ai 125 milioni di vittime. Lo scontro, con appena 50 testate, raderebbe al suolo le principali città. E le esplosioni solleverebbero una cortina di polvere radioattiva nell'atmosfera, che provocherebbe per mesi un «inverno nucleare».
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