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Risiko Rai sui direttori Tg: pari e patta tra Lega e Fdi

Equa spartizione tra maggioranza e opposizione nelle aree tematiche. Il giorno di Chiocci al Tg1

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Due telegiornali a Fdi, due alla Lega, uno a Forza Italia, uno ai Dem e uno ai 5Stelle. Nelle logiche spartitorie che da sempre regolano la tv pubblica in base alle vittorie elettorali, questo è il risultato della composizione della squadra che si occuperà di informazione e verrà presentata stamattina al cda Rai. Se verrà approvata, ma non ci dovrebbero essere problemi, porterà alla rivoluzione della Tv di Stato di sapore meloniana. Giova ricordare che, al di là dei giochini delle attribuzioni politiche, quasi tutte le persone scelte dal nuovo ad Roberto Sergio sono professionisti che lavorano in Rai da molti anni.

L'unico esterno che viene assunto è Gian Marco Chiocci, attuale direttore AdnKronos, fortemente voluto dalla premier Meloni, cui spetterà guidare la casella fondamentale del Tg1, che resta il notiziario più influente. Per lui - per superare le resistenze interne a prendere uno da fuori azienda - è previsto un contratto di un solo anno. Sempre considerato in quota Fdi è Paolo Petrecca che resta a RaiNews. Procedendo nelle assegnazioni partitiche, nel campo Lega Francesco Pionati va a dirigere i giornali radio mentre a quelli regionali resta Alessandro Casarin. Per Forza Italia, invece, Antonio Preziosi prende la direzione del Tg2 al posto di Nicola Rao che viene spostato al vertice della Comunicazione. Nel campo Dem Mario Orfeo resta alla direzione del Tg3, e in quello grillino Giuseppe Carbone, per cui da anni si chiede una ricollocazione dopo la guida del Tg1, prende la responsabilità di Rai Parlamento.

Nelle direzioni di genere (cioè di aree tematiche e non più, come una volta, di canale), la spartizione è finita in parità: 5 alla maggioranza e 5 all'opposizione. Anche se, pure qui, è difficile ricondurre i manager a collocazioni politiche precise. Comunque, stando a questo giochino, al centrodestra vanno: intrattenimento Day Time con Angelo Mellone, intrattenimento Prime Time (che sovrintende a tutti gli show più importanti) con Marcello Ciannamea, Approfondimenti (che governa i talk) a Paolo Corsini, Sport a Jacopo Volpi, Documentari a Fabrizio Zappi. All'opposizione (sinistra e 5 Stelle) restano Cultura (Silvia Calandrelli), Fiction (Maria Pia Ammirati), Kids (Luca Milano) e Contenuti digitali (Elena Capparelli), Cinema e Serie che passa ad Adriano De Maio.

Alla direzione della radio andrà Flavio Mucciante, mentre a Rai Cinema confermato Paolo De Brocco. Resta un problema non indifferente, la parità di genere, in senso di sesso femminile, non di tematiche: con l'uscita di Monica Maggioni dal Tg1 (destinata al coordinamento dell'offerta editoriale), non ci sono più donne alla guida dei notiziari più importanti (ed è stata la premier Meloni a volere un uomo al Tg1). E questo è un problema sottolineato con forza dalla presidente Marinella Soldi. Questione cui i vertici rispondono ricordando che il capo staff del neo ad, ruolo molto importante, è una donna: Paola Marchesini. Che Simona Sala, spostata dal Day Time, avrà la direzione di Radio 2, mentre Claudia Mazzola diventerà presidente di Rai Com (con amministratore delegato Sergio Santo) e Angela Mariella andrà al vertice delle Relazioni istituzionali.

Vero, ma nessuna di loro avrà un ruolo nel settore strategico dell'informazione, tutta in mano al genere maschile.

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