"Incompatibile", "Loro elemosinano alleanze". È rissa tra Lega e Pd

La Lega ha replicato a Enrico Letta, critico nei confronti di Matteo Salvini e del documento delle destre europee, ricordandogli le mosse del Pd

"Incompatibile", "Loro elemosinano alleanze". È rissa tra Lega e Pd

Il documento delle destre in Europa firmato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni ha fatto storcere il naso ai dem nel nostro Paese. Enrico Letta, come ormai consuetudine, non ha perso tempo per criticare la posizione di Matteo Salvini, attualmente al governo, che secondo lui non sarebbe coerente nelle sue decisioni. "Non è possibile sottoscrivere quel documento e sostenere il Governo europeista di Mario Draghi; c'è una contraddizione in termini. È come se una persona dicesse che tifa Milan e Inter insieme e questo non si può fare: o si tifa Milan o si tifa Inter. O si sostiene il governo Draghi o si sostengono le politiche europee di Orban, cose totalmente diverse tra di loro, ed è quello che sta accadendo con la scelta di Salvini, scelta incompatibile con il documento dei 16", ha dichiarato il segretario dem. Rapida la risposta della Lega, che con una nota ha inchiodato il Pd.

Firmata dai capigruppo della Lega di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, la nota ricorda le passate alleanze del Partito democratico: "Letta abbia la decenza di non parlare di alleanze, visto che pur di restare al potere il Pd si è alleato con chiunque: in Europa stava in maggioranza al fianco del Ppe anche quando c'era Orban e ora abbraccia i governi dei Paesi frugali che remavano contro l'Italia". La Lega non indietreggia davanti alle accuse di Letta ma, anzi, contraccatta: "In Italia, il Pd ha governato con chiunque, elemosinando il sostegno di avversari storici come Berlusconi, i grillini e perfino Renzi. Forti nel Palazzo, deboli nelle urne".

L'atteggiamento di incoerenza e le scelte di Letta e del Partito democratico, con conseguenze che si ripercuotono sul tessuto governativo del Paese, per la Lega porta a una sola conclusione: "Visto che Draghi lo sta smentendo su tutto (basti pensare al Mes o alla patrimoniale), Letta ne tragga le conseguenze e, se vuole, esca dal Governo". Molinari e Romeo replicano a Letta invitandolo ad assumersi la responsabilità del suo operato, mentre il segretario dem è staccato dalla realtà: "Vorrei fare quelle riforme che da troppo tempo stiamo aspettando e che non sono ancora arrivate, oggi con Mario Draghi possiamo ottenere queste riforme e accanto a Draghi possiamo costruire un progetto di centrosinistra che sia vincente nel 2023 alle prossime elezioni politiche". Non un programma propositivo da parte di Letta ma il solito stantio metodo di individuare un nemico da battere, che anche stavolta sono "le destre populiste e sovraniste, che raccontano agli italiani delle favole".

Il documento firmato dalle 16 destre sovraniste europee non è un manifesto per l'uscita dell'Europa, anzi, è un documento teso a rafforzare l'identità di ogni singolo appartenente per evitare la deriva dei "popoli sottomessi all’ideologia burocratica e tecnocratica di Bruxelles, che impone norme in tutti gli ambiti della vita quotidiana".

La corrente che sta soffiando ora in Europa porta le nazioni a sentirsi "spogliate del loro diritto ad esercitare i loro legittimi poteri sovrani", si legge nel documento. Insieme a Meloni e Salvini hanno firmato anche Orban, Le Pen, Kaczynski e Abascal.

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