Il ritorno della Von der Leyen. "L'Ucraina sul binario giusto per un ingresso in Europa"

Nella sua seconda visita a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen fa il punto

Il ritorno della Von der Leyen. "L'Ucraina sul binario giusto per un ingresso in Europa"

Nella sua seconda visita a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen fa il punto sul «lavoro congiunto necessario per la ricostruzione e sui progressi compiuti dall'Ucraina nel suo percorso europeo». Un faccia a faccia utile in vista del vertice dei capi di Stato e di governo europei del 23 e 24 giugno che dovrebbe decidere se accettare o meno la candidatura dell'Ucraina nella Ue. Mentre prima del G7 in programma a fine giugno, il cancelliere tedesco Olaf Scholz dovrebbe incontrare Zelensky a Kiev insieme al premier Mario Draghi ed al presidente Emmanuel Macron.

La commissione sta lavorando giorno e notte per velocizzare il processo di adesione ed entro la fine della prossima settimana presenterà le sue raccomandazioni. L'Europa riconosce gli sforzi fatti dall'Ucraina, ma von der Leyen si mostra più cauta rispetto al passato evitando affermazioni quali «l'Ucraina fa parte della famiglia europea». «Kiev era già sul giusto binario prima della guerra - si limita a dire - ha una democrazia parlamentare solida. Vediamo un Paese ad alta digitalizzazione. È un Paese che ha già accordi commerciali e di associazione. Ma ci sono ancora riforme da fare sul campo della corruzione e dell'amministrazione per attrarre gli investitori». Zelensky dice di aspettarsi dal prossimo vertice una «decisione storica»: «Questo è un momento decisivo non solo per l'Ucraina ma per tutto il continente europeo: la Russia vuole dividere e indebolire l'Ue. L'Europa è il suo obiettivo». Il presidente ucraino ribadisce poi come il suo popolo abbia già dato un enorme contributo nella difesa della comune libertà: «Migliaia di vite ucraine sono state sacrificate affinché nel nostro Paese e in tutta Europa si abbia la possibilità di vivere liberi». Sul tavolo dei due leder anche il dossier ricostruzione, sul quale l'Ue giocherà un ruolo da protagonista. Ma per Bruxelles è importante anche dare un ordine alla mole di risorse che l'occidente metterà in campo nei prossimi mesi. Allo stesso tempo si intende legare gli investimenti in Ucraina alle riforme che Kiev è chiamata a fare per puntare alla membership europea. «Insieme stiamo lavorando a una piattaforma di ricostruzione per incanalare i contributi. C'è un enorme interesse da tutti - Ong, imprese, istituzioni internazionali - per aiutare l'Ucraina a risorgere dalle ceneri, rimbocchiamoci le maniche», sostiene von der Leyen.

Da Zelensky parole di apprezzamento per il sostegno finanziario e per tutti gli sforzi volti alla ricostruzione. E anche per le sanzioni, che però per il presidente ucraino non sono sufficienti. «Sei pacchetti sono diventati un importante strumento di pressione sulla Russia - spiega - ma la guerra, purtroppo, continua e quindi serve il settimo pacchetto. E deve essere ancora più forte. Le sanzioni devono investire tutti i funzionari russi, tutti i giudici di Mosca che lavorano per la guerra, per le repressioni». Zelensky vorrebbe inoltre che l'Unione europea bloccasse completamente l'attività di tutte le banche russe. Senza eccezioni, a partire da Gazprombank, «uno dei portafogli principali per pagare la politica anti-europea della federazione russa».

Ma non solo: «Servono sanzioni contro tutte le aziende russe che in un modo o in un altro aiutano lo Stato russo sia per quanto riguarda l'ambito militare, sia per l'oppressione della democrazia, della libertà di parola». E si fa sempre più urgente, per Zelensky, la necessità di accelerare il percorso verso la rinuncia completa ai mezzi energetici russi.

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