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Ritorsione cinese, canadesi in galera

Uomo d'affari condannato a 11 anni. Pena capitale per un altro

Ritorsione cinese, canadesi in galera

Si combatte a colpi di processi e condanne la guerra diplomatica tra Cina e Canada. Mentre in questi giorni a Vancouver Lady Huawei sta tentando di evitare l'estradizione negli Usa, in ventiquattr'ore la magistratura del Dragone ha emesso sentenze pesantissime contro due cittadini di Ottawa. L'ultima in ordine di tempo è stata la condanna dell'uomo d'affari canadese Michael Spavor a 11 anni di carcere per spionaggio e rivelazione di segreti di stato. Finito in manette in Cina tre anni fa insieme al collega ed ex diplomatico Michael Kovrig (poco dopo l'arresto in Canada di Meng Wanzhou, dirigente ma soprattutto figlia del fondatore di Huawei), Spavor è stato giudicato dal tribunale di Dandong in un processo a porte chiuse, come è consuetudine in Cina nei casi di spionaggio. Le autorità del gigante asiatico devono ancora annunciare una data per il verdetto o la condanna di Kovrig. Secondo il premier canadese, Justin Trudeau, si tratta di una detenzione arbitraria e motivata da fini politici, «assolutamente inaccettabile e ingiusta». Anche gli Stati Uniti hanno chiesto la liberazione immediata di Spavor: «Deve essere liberato subito e senza condizioni - ha detto il segretario di stato Antony Blinken - Detenere arbitrariamente delle persone per esercitare una pressione su governi stranieri è totalmente inaccettabile». Martedì, invece, c'è stata la conferma della pena di morte contro Robert Lloyd Schellenberg, arrestato nel 2014 per sospetto traffico di droga, reato per cui lui si è sempre professato innocente. Nel 2018 l'uomo è stato condannato a 15 anni di carcere, sentenza per cui ha presentato un primo appello. Nel gennaio del 2019, però, un mese dopo l'arresto di Lady Huawei, una corte della città di Dalian ha trasformato la pena in una condanna a morte al termine di un processo lampo. Anche in questo caso Schellenberg ha fatto appello, ma il tribunale ha confermato il verdetto. L'ambasciatore canadese in Cina, Dominic Barton, ha partecipato ad entrambe le udienze: per Shellenberg ha chiesto a Pechino di concedere la clemenza, affermando come non sia un caso che il verdetto sia stato emesso proprio mentre è in corso a Vancouver il procedimento per l'estradizione di Meng, arrestata dai canadesi nel 2018 su richiesta di Washington per presunte violazioni delle sanzioni all'Iran. Anche su Spavor Barton ha ribadito il collegamento al caso Meng, sottolineando che il processo «mancava di equità e di trasparenza». Mentre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha scritto di aver «parlato con Trudeau a proposito della condanna di Spavor, che insieme a Kovrig è detenuto arbitrariamente dal 2018. La Commissione europea esprime piena solidarietà al Canada. E condanniamo anche la condanna a morte inflitta a Schellenberg». Come ricorda la Cnn, i tribunali cinesi hanno un tasso di condanna superiore al 99% e gli osservatori affermano che il rilascio di Spavor (e Kovrig) potrebbe ora basarsi su una soluzione diplomatica.

Intanto, per il 20 agosto, è attesa la chiusura delle udienze per Meng, pur se sull'estrazione di Lady Huawei negli Usa non si attende una decisione prima di alcuni mesi. E in caso di ricorso potrebbero diventare anni.

Ottawa aveva già accusato la Cina di condurre una diplomazia degli ostaggi (mentre Pechino ha sempre negato che i casi fossero collegati): ora il timore è che con altro tempo a disposizione il Dragone continui su questa strada.

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