Maurizio Costanzo è riuscito là dove non riuscì del tutto nemmeno il Risorgimento. Ieri, l'Italia s'è desta, e si è scoperta unita nel cordoglio per un giornalista considerato uno di famiglia da tutte le famiglie, dalle Alpi alla Sicilia. In effetti, quando lo Show di Maurizio Costanzo era al suo apice, in Italia nessuno o quasi aveva due televisori in casa e internet, almeno come lo conosciamo oggi, non esisteva ed era ancora uno strumento di comunicazione a uso militare. Quindi, tutti, genitori e figli, si accomodavano in salotto per assistere al salotto in tv. Non c'era neanche da discutere. L'unico programma di universale gradimento era il Maurizio Costanzo Show. Divertimento assicurato, grazie al simpatico disincanto, un po' alla Ennio Flaiano, sfoderato con garbo dall'ospite e intervistatore con i baffi. Maurizio Costanzo, appunto. Comprensibile, dunque, che siano venuti i lucciconi all'Italia intera, per il resto un Paese diviso su tutto. Sinistra contro destra, intellettuali contro pueblo, comunisti contro fascisti, opposizione contro governo, russofobi contro russofili, filo Nato contro anti Nato, no vax contro vax, Roma contro Milano, metropoli contro provincia, terroni contro polentoni e potremmo proseguire per due pagine, fino alle risse tra condomini. Tutto archiviato, per un giorno o due (poi si ricomincia, non illudetevi). Ora c'è da chiedersi: perché? Come mai la morte di Maurizio Costanzo ha avuto un effetto paragonabile solo alle finali dei mondiali di calcio del 1982 e del 2006? Neppure Alberto Sordi, tra i lutti più o meno recenti, aveva suscitato un sentimento unanime. Maurizio Costanzo era nazionalpopolare nel migliore dei modi, quelli di una borghesia colta ma non tronfia, intelligente al punto da potersi permettere il lusso di essere talvolta cretina, benestante ma non arrogante, seria ma pronta a farsi una risata, ogni tanto elitaria ma non snob. Era una rappresentazione, proprio in senso teatrale, abilmente orchestrata dal padrone di casa. Perfino la pubblicità non aveva scalfito la simpatia di Costanzo.
Anzi: la accrebbe, perché la famosa battuta («E se va bene a me, buona camicia a tutti») scherzava sulla mancanza di collo di Costanzo stesso. Come si faceva a non volergli bene? Non si poteva. E infatti tutta Italia l'ha salutato come si saluta un amico.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.