Coronavirus

La rivincita della matematica: se il virus ci fa tutti Pitagora

E finalmente siamo tutti nerd. Tutti personaggi di Big Bang Theory, in infradito e sul divano. Tutti a discettare di modelli matematici, di curve di previsione, di percentuali di aumento, di più (tanti), di meno (pochi), di fattori di rischio

La rivincita della matematica: se il virus ci fa tutti Pitagora

E finalmente siamo tutti nerd. Tutti personaggi di Big Bang Theory, in infradito e sul divano. Tutti a discettare di modelli matematici, di curve di previsione, di percentuali di aumento, di più (tanti), di meno (pochi), di fattori di rischio. Tutti a esaminare cifre con cipiglio, a garantire di aver compreso l'andamento, a fare previsioni con tono informato dei fatti.

Tutti immersi nei numeri, anche quelli tra noi - e sono la maggioranza - che se gli chiedi a bruciapelo quanto fa sette per otto devono prendersi un giorni di ferie per rispondere. O uno di quarantena, che poi è lo stesso.

Tra le cose che ci ha portato questo coronavirus che sta terremotando le nostre vite, le nostre certezze, le nostre abitudini, c'è la rivincita della matematica, la sottostoria della più generale rivincita della scienza. c'erano i No Vax e non ci sono più. C'erano i No Math e non ci sono più.

Una delle frasi che più capitava di ascoltare, pronunciata anche da persone con due lauree e diecimila libri letti, è: io con i numeri non ci prendo proprio. Detto con il sorrisetto di sufficienza di chi confessa di non sapere bene il fiammingo. O di non praticare il jujitsu. Con la differenza che i numeri non sono un accessorio trascurabile della nostra vita, con o senza pandemia. I numeri spiegano il mondo. E chi finge noncuranza nei loro confronti, delega a qualcun altro un potere che presto o tardi si ritorcerà contro di lui.

Ora che dai numeri sembra dipendere la nostra vita e improvvisamente pensiamo con rimpianto alla prof di Matematica del liceo, quella con i tailleur di ghisa e l'acconciatura alla sor Pampurio. Vorremmo averla accanto perché ci aiuti a capire che cosa sta accadendo. Quando Borrelli alle sei de la tarde ci infoma che ci sono 60mila contagiati lei ci spiegherebbe che sono un millesimo degli italiani. Quando il virologo di giornata ci parla allarmato del tasso di mortalità lei ci racconterebbe paziente che ogni indice dipende dal campione di riferimento e che quindi l'esistenza di un esercito di contagiati «fantasma» sposta molto questo dato lugubre. Se qualcuno al tg della sera racconta che i medici si affidano ai modelli matematici per immaginare quando ci sarà il picco dei contagi, lei ci avvertirebbe che non si tratta di indossatori ma di teorie statistiche che difficilmente sbagliano.

La matematica, amici, è la più concreta delle astrazioni. Se ti distrai un attimo, ti fotte. Come il virus. Per diventare tutti Pitagora magari è tardi, ma per fare sette per otto no.

E buon coronavirus a tutti.

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