Rivolta anti-Uber dei tassisti Le città paralizzate a sorpresa

Protesta continua, disagi in mezza Italia, annunciati altri blocchi. E Delrio convoca i sindacati per mediare

Francesca Angeli

Roma Blocchi, cortei, sit-in di protesta, risse e presidi davanti al Parlamento. Tre grandi città Milano, Torino Roma paralizzate per lo sciopero dei tassisti che non intendono fermarsi ma minacciano di andare avanti ad oltranza, organizzando anche blocchi improvvisi per congestionare il traffico. Una serrata che ha indotto il Garante per gli scioperi a scrivere a ai sindacati di categoria per eccepire «la violazione della legge sull'esercizio del diritto di sciopero, con riferimento al mancato rispetto dell'obbligo del preavviso di 10 giorni, della mancata predeterminazione della durata dell'astensione e del mancato rispetto della garanzia delle prestazioni indispensabili».

I tassisti chiedono la modifica del Milleproroghe che rimanda di un anno l'attuazione delle norme che dovrebbero regolamentare il servizio degli Ncc e contrastare le pratiche abusive. Per i tassisti si tratta di una sanatoria finalizzata a favorire multinazionali come Uber. E un risultato lo hanno già ottenuto visto che sono stati convocati il 21 febbraio dal ministro dei Trasporti, Graziano Delrio che si è dettop disponibile «a ragionare per migliorare la situazione».

In particolare nel mirino degli autisti è finito l'emendamento approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato su iniziativa della senatrice Pd Linda Lanzillotta, che prevede lo slittamento fino alla fine del 2017 delle norme che disciplinano in modo più severo il servizio di noleggio con conducente, prevedendo una serie di restrizioni attese dai tassisti perché, spiegano, rappresentano un giro di vite rispetto all'abusivismo. Tra l'altro le norme congelate prevedono vincoli per l'accesso nel territorio di altri comuni e introducono alcune condizioni: ad esempio vietano la sosta in posteggi su suolo pubblico nei comuni dove è presente il servizio taxi. In questi comuni gli Ncc possono sostare esclusivamente all'interno della rimessa. In caso di violazione sono poi previste una serie di sanzioni tra cui la sospensione o la cancellazione della licenza.

Spiega le conseguenze del congelamento di queste norme Mirko Matteucci, tassista Missouri 4, intervistato nel programma Un giorno da Pecora. «L'emendamento Lanzillotta del decreto Milleproroghe, fa decadere la territorialità - ha spiegato il tassista- Se ti compri una licenza da Ncc a Tagliacozzo, per esempio, la paghi 10.000 euro. Poi ti compri una Mercedes da 70.000 euro e puoi venire a lavorare a Roma. Nella capitale, invece, solo una licenza può costare anche 120.000 euro». I tassisti, ha aggiunto, sono pronti a «uno sciopero ad oltranza».

Le associazioni di consumatori però attaccano i tassisti. «Ciò che sta avvenendo in queste ore è gravissimo e intollerabile. -attacca il Codacons- Senza alcun preavviso gli utenti sono stati privati di un servizio pubblico, con immensi disagi per i cittadini che in diverse città non riescono a reperire un taxi. Addirittura a Roma si è arrivati a bloccare la circolazione in centro e sono rimasti scoperti gli scali di Fiumicino e Ciampino».

Anche per Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori quello dei tassisti è un gesto inaccettabile. Dona critica pure il governo che ha convocato i tassisti «facendosi così palesemente condizionare» mentre vanno sentite anche le altre parti in causa.

Tutta l'opposizione si schiera al fianco dei tassisti: dalla Lega a M5S. Pure Forza Italia critica il Milleproroghe. Il vicepresidente del Senato, l'azzurro Maurizio Gasparri, attacca il governo.

«Si stanno varando norme che favoriscono la concorrenza sleale -dice GasparriSia da parte degli operatori del commercio elettronico che non pagano tasse sia nel campo del trasporto da parte di società che utilizzano chiunque, senza alcuna garanzia, in servizi che devono essere riservati a chi lavora con un taxi pagando sonore imposte».

Dopo la fiducia in Senato il decreto passa alla Camera che dovrà licenziarlo entro il 28 febbraio.

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