L'accordo sulla riforma della Giustizia raggiunto in settimana grazie all'apporto del Movimento 5 Stelle ha fatto infuriare gli eletti pentastellati, che in assemblea si sono scagliati contro i loro ministri. Gli eletti si sentono traditi dai loro massimi rappresentanti al governo. Il clima era rovente in assemblea dopo l'intervento di Luigi Di Maio e degli altri ministri e le accuse piovute su di loro da parte dei senatori e dei deputati che sono intervenuti, sono state condivise da quasi tutti i presenti.
Il senatore Alberto Airola è stato tra i più tranchant contro i ministri nel suo intervento in assemblea: "La forza in Parlamento l'abbiamo se noi abbiamo forza con Draghi... Cosa faremo quando arriveranno emendamenti governativi? Come li voteremo?". Una domanda nel merito, segno evidente di una deriva ormai irrefrenabile del Movimento 5 Stelle, che pare si stia sgretolando. "Sono convinto che potrebbe uscire un testo ancora peggiore, cosa succederà allora se altri voteranno degli emendamenti monnezza?", ha proseguito Alberto Airola.
Il senatore Marco Pellegrini ha raccolto il testimone di Airola e ha proseguito l'attacco in assemblea: "È stato un attacco concentrico alle nostre battaglie. Vogliono farcele demolire con i nostri stessi voti". Marco Pellegrini non si è risparmiato nel suo intervento e la sua invettiva contro i ministri è stata molto dura: "Non ve l'ha prescritto il medico di fare i ministri, vi prendete gli oneri e gli onori". In assemblea è intervenuta anche la deputata Antonella Papiro, che forse più di altri ha espresso il sentimento di delusione nei confronti dei massimi esponenti del Movimento 5 Stelle: "Oggi si tratta della questione della giustizia, mi domando, domani quando si cercherà di smantellare un'altra nostra battaglia, che scusa si troverà?".
L'onorevole Papiro, punta il dito contro i ministri accusandoli di "lesione della dignità del gruppo parlamentare". Le sue parole sono precise e fanno traballare la solidità del M5s: "Mi domando come possiamo stare ancora in una maggioranza quando viene messo in discussione tutto il lavoro che viene fatto". È salita sulle barricate anche l'ex presidente della commissione Giustizia, Giulia Sarti: "In questa riunione sono state dette cose non vere, mi aspetto delle scuse. I nostri ministri sono entrati in Cdm e hanno disatteso quello che i direttivi di Camera e Senato avevano chiesto di fare".
La Sarti, quindi, ha incalzato chiedendo "mani libere in Parlamento", perché "quell'accordo non può essere spacciato per una vittoria".
Le ha fatto eco la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni: "Il testo Cartabia è una delle peggiori schifezze mai lette. Non possiamo vedere il M5S annientato su un tema così importante". Il M5s è allo sbando e non esiste una leadership capace di ricucire lo strappo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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