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Rocco Casalino minacciato di morte: il portavoce di Conte sporge denuncia

Rocco Casalino è tornato a lavoro dopo l'isolamento per aver contratto il coronavirus e non ha perso tempo a denunciare chi l'ha minacciato

Rocco Casalino minacciato di morte: il portavoce di Conte sporge denuncia

Rocco Casalino ha terminato il suo isolamento per aver contratto il coronavirus ed è tornato a Palazzo Chigi dopo una lunga assenza. La notizia della sua positività risale allo scorso ottobre e da allora Casalino è rimasto a casa, paucisintomatico, seguendo il protocollo previsto dal ministero della Salute per i casi come il suo. Nonostante l'isolamento ha continuato a lavorare e ieri è potuto tornare nel suo ufficio per seguire da vicino i lavori della presidenza del Consiglio. Ma il suo ritorno a lavoro ha coinciso anche con il mantenimento di una promessa fatta nelle settimane scorse, quando aveva dichiarato di voler agire per vie legali contro gli insulti e le minacce ricevute.

Questa mattina, prima di iniziare a lavorare, Rocco Casalino è stato visto entrare nel posto di polizia del cortile di Palazzo Chigi, dove si sarebbe trattenuto per oltre un'ora. All'uscita, il portavoce del premier non ha scambiato nessun convenevole con i giornalisti e non ha rilasciato nessuna dichiarazione alla stampa sui motivi che l'hanno costretto a rivolgersi alle forze di polizia. Con passo svelto e deciso, quindi, Rocco Casalino si è allontanato senza aver parlato con i giornalisti. Tuttavia, fonti interne alle forze dell'ordine hanno svelato all'Adnkronos le ragioni per le quali il portavoce di Giuseppe Conte ha trascorso un'ora del suo tempo all'interno del commissariato di polizia di Palazzo Chigi.

Stando a quanto riportato dall'Adnkronos, pare che Rocco Casalino abbia deciso di dar seguito alle sue parole per denunciare alcune minacce di morte ricevute nei giorni scorsi. A fine ottobre, la tranquillità di Rocco Casalino era stata minata da alcuni striscioni comparsi a Varese durante una manifestazione contro il Dpcm di Giuseppe Conte, i cui contenuti erano di chiara matrice omofoba. Quegli striscioni e le minacce e gli insulti ricevuti da Rocco Casalino sui social nei giorni successivi hanno spinto il portavoce del premier ad agire legalmente per tutelare la sua persona. In realtà, i fatti a cui avrebbe fatto riferimento Rocco Casalino sarebbero addirittura antecedenti ai fatti di Varese ma risalirebbero allo scorso aprile ma nelle ultime settimane le minacce si sarebbero intensificate.

Negli ultimi giorni la figura di Rocco Casalino è tornata al centro dell'attenzione perché secondo molti ci sarebbe lui dietro Tommaso Z., il bambino che ha scritto la lettera a Giuseppe Conte e al quale il primo ministro ha risposto tramite social.

Il portavoce ha smentito tutto via social, pubblicando un'intervista rilasciata dal bambino alle telecamere di Canale5.

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