
In attesa della riapertura del suo ristorante al centro di Rho, La Cucina (non il solito ristorante), prevista per il prossimo 7 settembre, lo chef emergente Gaetano Marinaccio sarà impegnato in due collaborazioni nella sua terra d’origine, la Campania. Due cene a quattro mani: la prima il 28 agosto a Capri, presso l’Hotel La Minerva, un luogo importante perché qui Marinaccio iniziò la sua carriera una ventina di anni fa come commis di colazioni e qui tornerà per festeggiare i suoi 37 anni assieme al resident chef Antonio Baldi in una cena di otto portare oltre ai benvenuti dello chef e del barman Saverio Franco, panificati e petit four al prezzo di 150 euro a persona. Pochi giorni dopo, il 4 settembre, appuntamento a Eboli, in provincia di Salerno, dove Marinaccio dividerà i fornelli della Cantina Segreta con il giovane chef e proprietario Andrea Nanna in un percorso di 9 portate in tre formule: 65 euro il solo menu, 80 con l’abbinamento vini e 150 per l’esperienza completa in coppia.
Due esperienze che serviranno a dare ulteriore carica a Marinaccio in vista della nuova stagione, che dovrebbe essere quella della consacrazione per lo chef che ha aperto il suo ristorante a Rho con la campagna Nadia Petronio nell’ottobre 2020 per mettere a frutto la sua esperienza nell’ospitalità e che dopo qualche correzione di rotta ha scelto qualche tempo fa di mettersi lui stesso alla guida della cucina, mostrando un insospettabile talento che l’ha posto all’attenzione della critica e del pubblico. Autodidatta, Marinaccio ha costruito un repertorio che rifugge l’eccesso tecnico per puntare su tre principi: semplicità, qualità e sostenibilità. “Troppe tecniche in un piatto non portano da nessuna parte”, ama ripetere. Il suo lavoro si concentra sul rispetto della materia prima e sulla riduzione degli sprechi, con una particolare attenzione per le cotture delle carni e i panificati realizzati in casa.

Nel centro storico di Rho, a pochi minuti dal polo fieristico, La Cucina è un indirizzo intimo, con luci soffuse, arredi da salotto con tocchi industriali e tanti piccoli dettagli. Una ventina i coperti, l’atmosfera intima garantita dall’approccio professionale eppure familiare di Gaetano e Nadia. Il ristorante propone vari percorsi degustazione a prezzi davvero commoventi per il livello della cucina e dell’accoglienza e per l’eleganza dell’ambiente. C’è un percorso A Mano Libera con quattro portate a sorpresa più saluti iniziali e finali e panificati a 65 euro, un menu Verace con cinque portate a 70 euro, un menu Terravita con sei porate a 70 euro, un menu vegetariano Verdisio con sei portate a 70 e il menu più completo Sfumature, otto portate a 90 euro. Inoltre a pranzo del sabato c’è il menu Conosciamoci con tre portate e tutto il resto a 50 euro. L’offerta cambia cinque volte all’anno, seguendo le stagioni e l’estro dello chef, ciò che permette al ristorante di rimanere in costante evoluzione, senza perdere di vista i capisaldi della sua identità: intimità, ricerca e rispetto della tradizione. I piatti sono incentrati su prodotti italiani e stagionali. Molti sono gli ingredienti autoprodotti: da oltre due anni infatti la Cucina coltiva insalate, germogli e micro-ortaggi grazie a un sistema idroponico che garantisce freschezza costante e riduzione dell’impatto ambientale. Una filosofia green che completa il quadro di una cucina attenta non solo al gusto ma anche alla sostenibilità.

Tra le preparazioni simbolo c’è il Risotto giallo con riso della Tenuta Margherita, Parmigiano Reggiano stagionato 100 mesi, polline, fava tonka, olio al cipresso e zafferano biologico dell’azienda agricola I Tre Pistilli. Poi da segnalare anche Come una parmigiana (melanzana fritta, pomodoro, provola affumicata e basilico), i Vermicelli di mare (pasta di Gragnano Igp, burro d’alghe, miso e limone), la Giovenca sannita con la sua démi-glace e patate affumicate e la Caprese sbagliata con pomodoro, vaniglia, basilico e latte di capra. Notevole la selezione di pani e lievitati prodotti in casa. Accanto a Marinaccio c’è la compagna Nadia Petronio, che si occupa di accoglienza e gestione. Proveniente da una famiglia di ristoratori e con un passato nel settore aeroportuale, ha portato in sala un approccio manageriale unito a un senso spiccato dell’ospitalità. La sua presenza tra i tavoli contribuisce a costruire un’atmosfera raccolta e curata, uno degli elementi che distinguono La Cucina.
La cantina conta oltre 350 etichette di vini italiani, con qualche incursione francese, e una sezione di circa cento distillati. La stessa attenzione al dettaglio si ritrova nella selezione di oli extravergine, acque e caffè.