Possibile che un sistema ferroviario avveniristico come il nostro, si paralizzi per una sigaretta buttata in una cabina elettrica? A questa favoletta, ci credono poco anche gli investigatori che, il giorno dopo dell'incendio alla centralina elettrica e a due pozzetti nei pressi della stazione di Rovezzano, periferia di Firenze, che hanno bloccato le rotaie del Paese, stanno battendo tutte le piste. «Certamente prima qualcuno ci ha messo della benzina», specifica uno degli investigatori fiorentini. Gli uomini della Digos e della polizia scientifica stanno passando al setaccio le immagini di tutte le videocamere della zona, che però purtroppo non sono presenti lungo i binari.
È vero che da sempre Firenze fa rima con anarchici, ma chissà. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, mette subito le mani avanti dicendo «che la città non si farà intimorire». Anche se in verità se la sta facendo sotto. «Non riusciamo a trattenere la nostra emozione nel constatare come questo gigante chiamato Potere abbia sempre e comunque i piedi di argilla. Come sia sufficiente accendersi una sigaretta all'aria aperta in campagna e sotto la luna per mandarlo in tilt. Come tutta la sua esaltata magnificenza, tutta la sua tracotante invincibilità, dipendano da fragili cavi disseminati un po' dovunque». Il sito Internet Finimondo.org, che fa riferimento ad anarchici di antica militanza, sfotte «sbirri e giornalisti». Ma non è una rivendicazione.
Gli investigatori dell'Antiterrorismo leggono e rileggono quella frase e la valutano come una firma a metà: non necessariamente apposta da chi ha effettuato il sabotaggio. «Anzi, ciò è poco probabile», ma proveniente da un ambiente nel quale gli attentatori si riuniscono. Del resto, non servono rivendicazioni per seguire una pista. Altri casi analoghi, anche in Toscana, ce lo insegnano.
Sempre a Rovezzano, contro la caserma dei carabinieri, nella primavera 2016 vennero lanciate delle molotov. Quest'ultimo, tra l'altro, è uno degli episodi contestati ad alcune delle 28 persone imputate al processo di Firenze e che potrebbe aver innescato l'ira incendiaria di qualche balordo.
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