Roma Dopo essere passato in pochi anni da un miliardo a un miliardo e mezzo di euro, il gettito delle multe ha cominciato a calare: dal 2010 a oggi, dice uno studio appena pubblicato, il ricavato totale della mungitura degli automobilisti è sceso di oltre il 17 per cento, incassando 272,5 milioni di euro in meno, dicono i dati Siope-Istat elaborati dal centro studi Impresa Lavoro. L'Associazione nazionale dei Comuni è corsa a rivendicare la propria innocenza dall'eterna accusa: «I Comuni non utilizzano le multe per fare cassa: ogni campagna volta alla denigrazione delle politiche comunali ancora una volta trova smentita nei dati». In realtà non si capisce perché la diminuzione del gettito smentirebbe i mali del passato: allora, per converso, quando il gettito delle multe aumentava, cioè fino a quattro-cinque anni fa, era la prova che i Comuni facevano cassa sulla pelle degli automobilisti?In realtà i dati di Impresa Lavoro vanno letti alla luce di un altro fattore che l'Anci dimentica di citare: negli stessi anni c'è stato un secco calo del traffico, a causa della crisi e delle forme di mobilità alternativa. In media il parco circolante in Italia è diminuito del 6,7 per cento. Con picchi incredibili: a Milano per esempio è sparita dalle strade più di un'automobile su cinque. Eppure Milano resta saldamente in cima alla classifica delle sanzioni comminate: in tre anni, dal 2013 al 2015, nel capoluogo lombardo stilati verbali per oltre 150 milioni di euro: ogni milanese paga in media 139 euro l'anno, ed è difficile credere che siano gli automobilisti più indisciplinati d'Italia. Senza contare che il grosso delle sanzioni si concentra su quattro o cinque infrazioni «facili», in particolare il divieto di sosta, mentre altre categorie di violazioni vengono praticamente ignorate.Nella classifica delle città multatrici, Milano è seguita a distanza da Firenze, Bologna, Parma e Torino (vedi tabella in pagina). Nella top ten c'è anche Roma, dove la media delle multe è di 59 euro a testa. E visto il traffico caotico e l'abitudine alla sosta selvaggia, è un altro segno che la relazione tra frequenza delle multe e il comportamento dei cittadini è molto relativa. A Roma, insomma, si chiude spesso un occhio. Ieri la guardia di Finanza è piombata negli uffici di alcuni assessorati del Campidoglio, a conferma che a Roma le multe non sono uguali per tutti. Le fiamme gialle cercavano prove di una prassi che sarebbe stata in voga fino a qualche anno fa: chi aveva gli amici giusti, si faceva cancellare le sanzioni, a volte in cambio di una mazzetta. Alla faccia di chi si affanna in ricorsi e carte da bollo, pare che ai privilegiati bastasse un clic del funzionario giusto per far sparire il verbale.Si parla di milioni di euro di multe cancellate, col record di 600mila euro annullati da un singolo funzionario. I fortunati in questione, in particolare, facevano sparire le contravvenzioni per ingresso abusivo nella Ztl. L'inchiesta del pm Francesco Dall'Olio vede nel mirino cinque funzionari attualmente impiegati nei dipartimenti Attività culturali e Sviluppo del Comune. Erano stati tutti trasferiti dall'ufficio contravvenzioni quando l'ex assessore alla Legalità Alfonso Sabella aveva subodorato il fenomeno.Ma anche senza Ignazio Marino, l'opera di pulizia in Campidoglio prosegue.
Ieri è stato annunciato il licenziamento di 34 dipendenti amministrativi dell'Ama, dopo la condanna in primo grado agli ex vertici della società per la raccolta dei rifiuti, che ha riconosciuto l'esistenza di una Parentopoli a base di assunzioni illegittime.A Roma multe cancellate in cambio di mazzette
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