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A Roma il supermarket dell'utero in affitto Così si compra un figlio

Inchiesta del «Corriere tv»: filmato venditore di mamme surrogate. Catalogo per sceglierle

C he sia reato è sicuro, noto a tutti. Ma nella stanza al secondo piano dell'hotel di lusso di Roma è aperto il supermarket per aspiranti genitori in cerca di madri surrogate.

L'incontro, filmato di nascosto da Il CorriereTv, è naturalmente segreto. Da un lato, tre coppie selezionate su internet che vogliono tutte le informazioni su come concludere l'affare (una è quella finta dei giornalisti), dall'altro un americano che si presenta come fondatore 11 anni e mezzo fa dell'Agenzia di surrogacy, così la definiscono. Illustra il business, questo signore che si fa chiamare Mario, mostra immagini, snocciola dati, definisce tariffe, spiega contratti, suggerisce clausole. Consiglia di «sbrigarsi», far nascere questo figlio prima che qualche nuova legge metta i bastoni tra le ruote.

Con voce suadente e sorriso comprensivo, sta vendendo qualcosa, sta vendendo bambini. Nasceranno da ovuli donati da sconosciute che rinunciano a «tutti i diritti» e non chiederanno mai nulla. Saranno tenuti in pancia per 9 mesi da donne anonime, che non creeranno «problemi», né si affezioneranno al piccolo in gravidanza. Perché l'approccio, garantisce Marco, non è «emotivo», solo di affari. Di soldi. «Per questo - spiega - scegliamo 20 giovani donne al mese, su 100-250 richieste. Ne abbiamo 2mila tra Stati Uniti e Canada. Vengono controllate da un medico, sottoposte a tutti i test, seguite da uno staff di psicologi che ricordano ogni giorno: il figlio non è tuo». Possibile? Sì, è tutto filmato dal Corriere della Sera, tutto visibile sul web nelle Inchieste di Antonio Crispino. Su un database le coppie possono scegliere le ragazze più congeniali, guardando le loro foto da piccole e ora. Bionde, brune, occhi azzurri o castani? Così, puoi immaginare come sarà il nascituro.

Se la selezione dell'Agenzia, dice Mario, è rigida per donatrici di ovuli e madri in affitto, invece non c'è «discriminazione» per chi chiede un figlio. «Uomini single, donne single, omosessuali, lesbiche, persone anziane. Abbiamo detto no solo ad una signora di 93 anni». Meno male. Orgoglioso, Marco racconta di aver «aiutato» un calciatore spagnolo «molto famoso», che una signora di Roma ha avuto 2 gemelli negli Usa e poi è tornata. Il bambino nasce negli Stati Uniti, là dove le leggi sono più avanzate: «È cittadino americano e dopo 5 anni, se volete, può diventare italiano».

Tra un caffè e un bicchiere d'acqua, l'americano sfoglia il catalogo dell'orrore. Ogni richiesta viene esaudita, basta metterla nel contratto: «Le cinesi non vogliono che la madre surrogata abbia contatti con i gatti, portano sfortuna. Chiedono che faccia l'agopuntura tutti i giorni. I tedeschi vogliono il parto in vasca, nell'acqua». Lei non conosce i nomi dei «genitori», però con una clausola, se vogliono, si può consentire che a 18 anni, il «figlio» possa decidere di incontrarla. Se no, cancellata.

I costi? Molto convenienti. Mario è comprensivo, sa bene che in Italia c'è la crisi e lui vuole sviluppare gli affari in Europa.

Le cinesi fanno «lievitare i costi, chiedono anche 2-3 madri surrogate alla volta», ma per gli italiani c'è «la tariffa più economica del mondo, a un cinese costa 15 mila dollari in più». E una sola volta, se qualcosa va storto. Le coppie ascoltano, fanno domande, guardano foto. Due avvocati italiani possono curare i dettagli, tre medici offrono consulenza gratuita via Skype. Operazione garantita.

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