«Forse riusciamo a fare un miracolo», dice il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato, quello che dà il nome all'ultima proposta di legge elettorale. E aggiunge che, visto che il testo arriva in aula il 10 ottobre, potrebbe essere approvato «entro il 15».
«La nave va», concorda il presidente del deputati di Forza Italia, Renato Brunetta. E per il neo coordinatore di Ap, Maurizio Lupi «il Rosatellum è l'ultima occasione per dare una risposta di dignità ai cittadini per una legge elettorale».
Come il testo approda nella Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, però, trova in agguato gli avversari di M5s e Mdp, che ne contestano la validità richiamandosi al famoso emendamento Biancofiore sul Trentino, che fece naufragare a giugno il patto Pd-Fi-Lega-M5S. Tentativo respinto, però, dalla presidente della Camera Laura Boldrini che boccia le obiezioni e dichiara che si può andare al voto sul Rosatellum 2.0. Venerdì è prevista la scadenza degli emendamenti e la conferenza dei capigruppo fissa l'approdo in aula il 10 ottobre, non il 4 come volevano i dem. Sarebbe «un azzardo», spiega la Boldrini. Meglio non forzare.
Già così i Cinque Stelle sono furiosi, parlano di «legge elettorale antidemocratica e liberticida», che serve solo a far fuori loro. Il candidato premier Luigi Di Maio la ribattezza «l'Anticinquestellum», dice che lancia un Gentiloni bis, «una grande coalizione Renzi-Berlusconi».
Il patto tra Pd, Fi, Lega e Ap c'è e sembra solido. «Mi sento di garantire sulla tenuta dell'accordo da parte dei gruppi- dice Rosato-. Non mi aspetto sorprese in aula. Certo, non posso garantire su eventuali voti segreti».
Da Arcore, Silvio Berlusconi segue la riunione del gruppo azzurro a Montecitorio, dove emerge qualche timore e malumore. Il Cavaliere parla al telefono con alcuni parlamentari, tranquillizza, placa gli animi. «Sul Rosatellum 2.0 noi ci siamo - ripete a tutti-, perché è la strada più corretta per dare al Paese una buona legge elettorale. La linea è questa e gli interessi personali o di campanile non hanno peso».
Il modello elettorale rimane soprattutto legato alla questione della leadership, nel centrodestra. Fdi, che vota contro il Rosatellum, vorrebbe inserire le primarie. Ma alcuni azzurri, soprattutto a Sud, sono preoccupati più di Matteo Salvini che di Giorgia Meloni e in Campania in particolare temono che non scatti il loro seggio. Nunzia De Girolamo ed Elio Vito mettono in guardia dalla «salvinizzazione» del partito e del centrodestra. Ed è qui che interviene Berlusconi.
Intanto, il M5s sfrutta su un altro tavolo la strana alleanza con Mdp e vota, con la Lega, un emendamento dei bersaniani in commissione Difesa al Senato sulla riorganizzazione delle Forze armate, che fa andare sotto governo e maggioranza.
Tensioni
ce ne sono un po' ovunque, perché quello della legge elettorale è uno snodo fondamentale. Il Pd assicura al M5s che non vuole andare contro nessuno. «Neppure - dice Rosato - può seguire i cambiamenti d'umore di Di Maio».
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