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Ruby, il calvario continua. Chiesti 6 anni per Berlusconi. "Persecuzione infinita"

Invocano di negargli anche le attenuanti generiche "perché le ha già avute un sacco di volte, quattro, sei, abbiamo perso il conto"

Ruby, il calvario continua. Chiesti 6 anni per Berlusconi. "Persecuzione infinita"

Invocano di negargli anche le attenuanti generiche «perché le ha già avute un sacco di volte, quattro, sei, abbiamo perso il conto». A Silvio Berlusconi la procura della Repubblica di Milano chiede che venga rifilata una condanna che lo escluderebbe di nuovo dal Parlamento e per cui solo l'età avanzata gli eviterebbe il carcere: sei anni, per corruzione in atti giudiziari. L'accusa è quella di avere comprato con contanti, case e posti di lavoro il silenzio e le bugie di ventuno giovani donne, già ospiti delle sue feste del sabato sera, perché non testimoniassero la verità su quanto accadeva nella saletta del «bunga bunga».

Oltre ai sei anni di prigione, i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, chiedono che a Berlusconi vengano sequestrati quattro appartamenti prestati ad altrettante donne, e quindici milioni, l'equivalente dei soldi che avrebbe versato alle testimoni. I pm chiedono il sequestro immediato, come se il Cavaliere potesse scappare. È, insieme a tutto il resto, una requisitoria-batosta, l'ennesima che arriva dalla Procura che da quasi trent'anni gli dà la caccia. A Berlusconi la notizia arriva in diretta, E la reazione è amara. «Certi pubblici ministeri della Procura di Milano - si sfoga con chi gli è accanto ieri - si confermano fuori dal tempo, alimentano una persecuzione politica fuori da ogni logica». Ed «è ridicola prima ancora che offensiva «l'idea di chiedere sei anni di carcere «per rieducare un imprenditore del mio calibro, un uomo politico che è stato per nove anni presidente del Consiglio. E che ha ottantasei anni».

Ma tutto questo, nella requisitoria dei due pm, diventa in realtà un'aggravante: il «potere enorme», le amicizie internazionali, sono per la Procura il contesto in cui il Cavaliere sarebbe divenuto un «Sultano nell'harem», pronto a sottoporre le sue ospiti a una «violenza orribile» trasformandole in «schiave sessuali». Commenta ancora Berlusconi: «Sono stato oggetto in questi ventotto anni di una persecuzione giudiziaria, singoli magistrati pensano di poterla tirare ancora in lungo». Comunque il Cav si dichiara fiducioso che «uscirà la verità» e anche stavolta verrà assolto.

Al termine della requisitoria, la Procura chiede di condannare insieme a Berlusconi altri ventisette imputati. Tra questi ci sono gli ospiti delle serate che hanno negato di avere assistito a scene hot: la senatrice Maria Rosaria Rossi (un anno e 4 mesi), il giornalista Carlo Rossella (due anni), il massaggiatore Giorgio Puricelli (venti mesi). E poi, in blocco, tutte le ragazze che hanno rifiutato di confermare il teorema d'accisa. La pena più alta, cinque anni, viene chiesta per Ruby, ovvero Kharima el Mahroug, che viene accusata di avere incassato per tacere ben cinque milioni (di cui in realtà c'è traccia solo in un pensiero affidato da Ruby a un diario) di cui adesso viene chiesto il sequestro. Ben sapendo che nel frattempo la ex ragazza ha sperperato lo sperperabile, e su di lei la Procura infierisce: «una ragazza che si manteneva facendo la prostituta fin da minorenne», «ha la dinamica di persone di origini modeste che vincono alla lotteria, i soldi vengono bruciati, arriva la depressione e il rischio suicidio non è escluso».

Per le altre ragazze, le pene oscillano tra i tre e i cinque anni, assommando l'accusa di corruzione a quella di falsa testimonianza: anche se la Procura sa bene che il secondo reato è destinato a venire cancellato, perché i giudici hanno già stabilito che gli interrogatori vennero condotti fuori dalle regole, senza avvocato, anche se di fatto su Ruby e le Olgettine si stava già scavando da tempo. Ma quel che conta, l'asse del processo, è dimostrare che Berlusconi dopo l'esplosione del caso Ruby si scatenò per convincere al silenzio le ragazze che potevano accusarlo. Ma nemmeno una volta, nella loro requisitoria, i pm ricordano ai giudici che nel frattempo Berlusconi è stato assolto, e che sentenze definitive hanno stabilito che ad Arcore non avveniva niente di illegale.

Dice Federico Cecconi, legale di Berlusconi: «Anche ci fosse stata una richiesta di pena di un giorno non ci avrebbe soddisfatto. Qui si tratta dire se è o non è reato. Noi riteniamo sommessamente che il reato non c'è».

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