Russia-Cina nel Pacifico, Wagner in Bielorussia. E Mosca ricatta sul grano

Presto manovre navali congiunte nel Mar del Giappone. Scade l'intesa sul cereale, sfida di Putin

Russia-Cina nel Pacifico, Wagner in Bielorussia. E Mosca ricatta sul grano
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La battaglia del grano si sta trasformando ogni giorno di più nell'ennesimo ricatto di Putin. L'accordo stipulato tra Russia e Ucraina, sotto la supervisione della Turchia e dell'Onu, che di fatto garantisce l'approvvigionamento di cereali a tutta Europa e non solo, scade domani e il presidente russo continua a tirare la corda nella speranza di ottenere qualcosa in cambio prima di rinnovarlo. «Non sono ancora stati rimossi gli ostacoli alle esportazioni», ha detto Putin durante il colloquio con il presidente sudafricano Ramaphosa. Erdogan si dice certo del buon esito delle trattative ma lo sgarbo del sultano allo Zar, con la liberazione dei comandanti Azov «esiliati» in Turchia, ha raffreddato non poco i rapporti con Putin e ora tutto è ancora in ballo.

Non si tratta solo di un tema politico. Russia e Ucraina sono il granaio d'Europa e forniscono cereali praticamente a tutti, Paesi in via di sviluppo compresi. Senza accordo, le conseguenze sarebbero catastrofiche. I paesi più poveri dell'Africa e dell'Asia andrebbero incontro a possibili carestie con inevitabili ondate migratorie. Ecco perché il segretario di Stato Usa Blinken ha lanciato un appello al dialogo. Anche da noi. Anche in Italia avremmo problemi. Secondo un'analisi di Coldiretti le quotazioni del grano sono già salite del 3,4% per via del clima di incertezza. Le importazioni di grano in Italia sono aumentate del 430% rispetto all'anno scorso e, con il maltempo che ha causato una perdita di almeno il 10% della produzione nazionale, sarebbe inevitabile un innalzamento dei prezzi.

E a proposito di pericolose intese internazionali, le forze navali e aeree cinesi e russe parteciperanno presto a manovre militari congiunte nella regione centrale del Mar del Giappone. Le manovre, organizzate dall'esercito cinese, si terranno per «la salvaguardia della sicurezza delle rotte marittime strategiche» ma è evidente che ci sia una sfida in corso al dominio americano nell'area. Non a caso, nonostante i rapporti chiaramente subalterni tra le due potenze con Mosca ridotta di fatto a colonia di Pechino, Russia e Cina hanno concordato a marzo di rafforzare la loro cooperazione militare «al fine di aumentare la fiducia reciproca tra le loro forze armate», dopo l'ultimo summit tra Putin e Xi Jinping.

Intanto la Russia deve fronteggiare un rischio ben più concrete di beghe territoriali e politiche. Il gruppo mercenario Wagner guidato da Prigozhin, sarebbe effettivamente arrivato in Bielorussia. Un convoglio di almeno 60 veicoli tra pick-up, camion, furgoncini e autobus, è arrivato ieri nel Paese satellite della Russia ed è stato confermato anche dalle autorità ucraine. Pare che il gruppo si sia trasferito in una tendopoli nel villaggio di Tsil. Resta da verificare adesso quale sarà il ruolo dei mercenari. La loro assenza dal campo di battaglia sta creando non pochi problemi alla Russia mentre e la minaccia di una nuova possibile rivolta agita i sogni di Putin, visto anche quanto siano profonde le influenze di Prigozhin tra gli ufficiali e i soldati dell'esercito regolare. Per ora, un protetto esilio, poi chissà.

Sul fronte ucraino, visita a sorpresa del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol a Kiev per un summit con il presidente ucraino Zelensky. Yoon ha assicurato a Kiev il suo supporto anche con un aumento delle forniture militari. «La velocità della fine della guerra dipende direttamente dal sostegno globale all'Ucraina, facciamo in modo che questo supporto sia il più possibile intenso e significativo», ha detto Zelensky.

Le forze ucraine intanto hanno rivendicato la distruzione del sistema russo lanciamissili S-400 Triumf con il quale fu colpita una pizzeria a Kramatorsk lo scorso 29 giugno, provocando la morte di 12 civili tra cui tre minorenni e la scrittrice Viktoria Amelina. Un po' vendetta, un po' controffensiva.

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