"Da Russia e Cina una strategia precisa che mira a destabilizzare l'Occidente"

L'ex ministro: "Occhio a sposare temi cari alla propaganda di Mosca"

"Da Russia e Cina una strategia precisa che mira a destabilizzare l'Occidente"

Le accuse di filo-putinismo? Vanno dimostrate. Ma al netto della disinformazione russa, occhio a sposare temi cari alla propaganda del Cremlino. Anche perché si offre il fianco alla strumentalizzazione politica «nostrana».

A dire la sua sulle polemiche che infiammano la campagna elettorale è l'ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata. «Non so nulla di questa presunta fuoriuscita di documenti d'intelligence esordisce - ma sicuramente Russia e Cina sono protagonisti assoluti in una strategia che mira alla destabilizzazione delle società democratiche occidentali. Ricordiamo le sanzioni del congresso Usa contro una serie di agenti di Mosca durante l'amministrazione Trump, e nonostante i rapporti eccezionalmente buoni con Putin, le interferenze sulla Brexit e sulle elezioni francesi del 2017. Insomma, il rischio è rilevante, la minaccia effettiva, come ha certificato anche l'ultimo summit Nato».

Ma non c'è il rischio che questo tema venga strumentalizzato in campagna elettorale, con la messa all'indice di presunti fiancheggiatori di Mosca?

«Assolutamente. Direi che è inevitabile. Se certe accuse sono false vanno condannate con chiarezza. Sta a chi le sostiene, a quel punto, dimostrare che sono vere. Ma le voci nel quadro politico che contestano gli aiuti militari all'Ucraina e l'opportunità delle scelte della Nato fanno molto piacere a Putin. Dire che la Nato è guerrafondaia se dà armi a Kiev è oggettivamente propaganda. E la constatazione oggettiva riguarda la coincidenza tra le narrative che escono dal Cremlino e da alcune voci del nostro Paese. Che non sono certo quelle del governo Draghi. E nemmeno quelle di Fdi»..

A proposito di Fdi, il Nyt si è detto preoccupato da una possibile vittoria postfascista alle prossime elezioni

«Mi sembra che sul tema del postfascismo

la presidente abbia risposto con chiarezza e tranquillità. E la questione, appunto, riguardava un'opinione sul post-fascismo, non certo sull'allineamento atlantista del partito, che non è mai stata messa in discussione».

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