Sánchez alla prova dell'aula Pp e Vox: "Colpo di Stato"

Il premier al Congresso difende l'amnistia, oggi la fiducia. Proteste in piazza. Abascal: "Anche Hitler partì dalle urne"

Sánchez alla prova dell'aula Pp e Vox: "Colpo di Stato"
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«Anche Hitler salì al potere attraverso le urne». Sceglie la più dura metafora storica possibile il leader di Vox, Santiago Abascal, per puntare il dito contro il neo premier spagnolo Pedro Sánchez, la cui investitura ieri ha visto un dibattito parlamentare surreale. Nell'aula madrilena è andato in scena uno spettacolo. Da un lato il protagonista di una primizia europea, il socialista premier uscente, regista dell'accordo con i separatisti catalani, «inglobati» in maggioranza grazie alla promessa dell'amnstia per Carles Puidgemont: secondo il presidente del PSOE, «questa agenda riformista ha portato dignità salariale, dignità del lavoro, coesione sociale».

Dall'altro i popolari guidati da Alberto Feijóo, secondo cui questa investitura culminerà con una maggioranza sì legittima, ma che deriva anche dalla frode.

«Accuso il signor Sánchez di cercare di sovvertire l'ordine costituzionale e di preparare un colpo di stato con la connivenza delle minoranze separatiste ha spiegato il numero uno di Vox - . Non è dialettica. Anche Hitler è salito al potere con le elezioni e solo allora ha manovrato per liquidare la democrazia».

Particolarmente duro l'intervento di Abascal, che si è spinto a dire che dopo l'approvazione della legge sull'amnistia il futuro governo non avrà la legittimità per condannare le proteste o gli atti violenti che ne derivano: «Se il cittadino protestasse contro il suo colpo di stato, con quale legittimità potrei chiedere che non circondino questo stesso Parlamento e ci costringano a tornare indietro su quanto concordato?». E ha accusato il leader del PSOE di gassare bambini e anziani durante le proteste che hanno avuto luogo davanti alla sede socialista di Madrid.

I deputati di Vox hanno lasciato l'aula e si sono uniti ai manifestanti, un centinaio di persone che si sono concentrate nei pressi del Congresso dei Deputati per poi spostarsi a piedi verso via Ferraz, dove si trova la sede del PSOE. «Ancora una notte, fino a Ferraz», «Elezioni adesso», hanno cantato accompagnati dal suono di trombe e tamburi e scortati dalla Polizia Nazionale per il centro di Madrid, aggiungendo che «Sánchez è un bugiardo e un traditore. Noi spagnoli non permetteremo un altro tradimento, il parlamento è illegale».

Ma Sánchez insiste e sottolinea che se Feijoo non è presidente del governo spagnolo non è perché non vuole esserlo, «ma perché la maggioranza dei cittadini del Paese ha votato contro la formazione di un esecutivo con Abascal». Sulla stessa lunghezza d'onda Yolanda Díaz, leader di Sumar e secondo vicepresidente del Governo ad interim, che difende l'amnistia: «La strada verso il ricongiungimento è sempre più difficile, ma con l'amnistia vince la democrazia».

Del caso spagnolo si sta occupando anche Bruxelles, dal momento che la proposta di legge sull'aministia agli indipendentisti catalani è stata oggetto di una lettera alle autorità iberiche da parte dell'Ue, come detto da Maros Sefcovic, vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega al Green Deal e alle Relazioni interistituzionali: «Stiamo ancora esaminando il testo, che poi discuteremo con le autorità spagnole».

É stato il commissario europeo

alla Giustizia, Didier Reynders a vergare la missiva al Governo spagnolo per chiedere informazioni dettagliate e ha richiamato l'impegno della Commissione a tutelare i valori fondamentali e lo Stato di diritto dell'Unione.

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