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"Sa che l'Ue non fa favoritismi...". Il messaggio di Moscovici a Gualtieri

Il 15 ottobre arriveranno le valutazioni di Bruxelles sulla manovra economica. Ma il pressing è già iniziato. L'avvertimento di Moscovici

"Sa che l'Ue non fa favoritismi...". Il messaggio di Moscovici a Gualtieri

I giallorossi stanno cercando di mettere insieme i pezzi della manovra economica che dovrà essere approvata entro la fine dell'anno. A Bruxelles, per il momento, stanno tutti a guardare in attesa di capire i veri numeri della legge di Bilancio che i giallorossi riusciranno a partorire. Ma dalla Commissione europea il pressing è già iniziato. Dalle colonne di Repubblica il commissario uscente agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha lanciato un avvertimento che suona come una minaccia allarmante: "Gualtieri sa che la Ue non farà favoritismi...".

Anche ieri Moscovici ha sentito al telefono il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. I contatti tra via XX Settembre e la Commissione europea sono continui. Per le valutazioni bisognerà aspettare il 15 ottobre. C'è tempo, insomma. Ma il braccio di ferro è già iniziato da tempo. "L'Italia è il Paese che ha goduto della maggiore flessibilità negli ultimi anni", ha messo le mani avanti Moscovici secondo cui "i governanti italiani, compresi quelli del precedente esecutivo", non si possono "lamentare del ruolo della Commissione, e sicuramente non di me in particolare". La manovra economica, che i giallorossi stanno mettendo a punto in queste ore, vale 28 miliardi di euro. Di questi 14 miliardi sono di maggiore flessibilità concessa dall'Europa. L'Italia avrebbe dovuto fissare il deficit-Pil 2020 all'1,4%, contro il 2,2% strappato nella trattativa con Bruxelles. "In termini assoluti - spiegano fonti vicine al governo - vuol dire oltre 14 miliardi di flessibilità sui conti". Il governo dovrà, dunque, trovare altri 14 miliardi e di conta di farlo con la lotta all'evasione fiscale. "Le risorse per il 2020 sono pari a quasi lo 0,8% del Pil", si legge nel testo che la torta verrà suddivisa così: 7,2 miliardi (0,4% del Pil) dalla lotta all'evasione, compresa la "diffusione di strumenti di pagamento tracciabili", 1,8 miliardi dalla spending review (0,1% del Pil), 1,7 miliardi (circa lo 0,1% del Pil). Il resto verrà da tagli ai sussidi e da altre misure fiscali.

Per Moscovici, Gualteri è "uno dei migliori conoscitori degli arcani del Patto di stabilità e crescita". "Quindi è l'uomo giusto al posto giusto...". Sui 14,4 miliardi di flessibilità, però, non intende sbilanciarsi. "C'è un calendario da rispettare, per una valutazione aspettiamo il 15 ottobre quando il governo ci consegnerà ufficialmente il documento con gli obiettivi programmatici", ha messo le mani avanti sottolineando, nella chicchierata con Repubblica, che non accetterà alcuna "interpretazione creativa" del Patto di Stabilità. A breve dovrà lasciare la propria poltrona a Paolo Gentiloni, che gli succederà al commissariato per gli Affari economici. È certo che l'ex premier piddì "farà bene". "Condividiamo lo stesso approccio, ovvero flessibilità all'interno delle regole", ha detto invitando gli italiani a non illudersi. "Non si occuperà solo degli affari dell'Italia come pensarono i francesi quando divenni commissario...

- ha concluso - sono certo che Gentiloni manterrà la sua indipendenza".

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