Sala, cade "l'induzione indebita". "Resto a lavorare con passione"

Si alleggerisce la posizione del sindaco su cui resta però l'accusa di "false dichiarazioni su qualità proprie o di altri". La difesa: "Mai agito per finalità personali"

Sala, cade "l'induzione indebita". "Resto a lavorare con passione"
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Le indagini sulla presunta "speculazione tentacolare e selvaggia" per il momento solo "sfiorano" il sindaco di Milano Giuseppe Sala che tira un sospiro di sollievo e annuncia che continuerà "a lavorare per Milano, con passione e dedizione".

Se il gip Mattia Fiorentini ha dato ragione, quasi in toto, alle ipotesi accusatorie della procura guidata da Marcello Viola, con i pm Clerici-Filippini da mesi al lavoro insieme alla Gdf sulla inchiesta sull'urbanistica, non lo è stato per la posizione del primo cittadino.

Sala, coinvolto per la cosiddetta vicenda del P39-Pirellino della Coima di Manfredi Catella, resta accusato solo di false dichiarazioni rispetto alla nomina alla presidenza della commissione Paesaggio dell'architetto Giuseppe Marinoni, difeso dall'avvocato Eugenio Bono, e finito ieri ai domiciliari insieme ad altri quattro indagati (un altro è in carcere). L'accusa di induzione indebita è caduta per lui così come per Boeri (entrambi sono coindagati in questa vicenda, ma non destinatari di una richiesta d'arresto), anche se per un fatto tecnico messo in luce dal giudice preliminare che però non risparmia un pesante giudizio morale proprio su Marinoni, ritenuto "indegno a ricoprire un incarico pubblico che lo avrebbe voluto terzo e imparziale".

Scorrendo l'ordinanza si legge che "affinché sia configurabile" il reato disciplinato dall'articolo 319 quater "occorre che venga prospettato un indebito vantaggio", cioè a Marinoni che "cedeva alle insistenze" di Manfredi Catella e di Stefano Boeri, rispettivamente numero 1 di Coima e architetto progettista, sulla vicenda Pirellino, "non perché allettato da qualcosa, né tanto meno perché coartato".

Scrive ancora il gip che "la lineare ricostruzione dei pm disvela chiaramente come l'oggetto delle pressioni fosse stato Giuseppe Marinoni, al quale, tuttavia, non veniva prospettato alcun vantaggio personale per indurlo a favorire il progetto del duo Catella-Boeri".

Per Sala resta quindi l'accusa di false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone, che si riferisce all'attestazione di assenza di conflitti di interessi di Marinoni con costruttori e immobiliaristi, nonostante il presidente della commissione Paesaggio avesse ricevuto un avviso di garanzia quando venne riconfermato dal sindaco con una nomina. "Prendo atto dei nuovi provvedimenti emessi oggi dalla magistratura", è stato quindi il primo commento del sindaco meneghino affidato a una nota. "Ciò, del resto, corrisponde alla mia più ferma convinzione di non avere mai posto in essere alcuna azione che abbia avuto finalità personali".

Sala si è anche soffermato sulle difficoltà politiche della sua giunta: "Rimane forte la mia attenzione per la fase delicata che sta attraversando Milano e spero che l'ex assessore Tancredi possa chiarire al più presto la sua posizione, nel massimo rispetto delle prerogative della magistratura. Io continuerò a lavorare per Milano, con passione e dedizione". Quel che emerge dal punto di vista giudiziario dopo gli arresti di ieri è che un giudice preliminare - anche se si attendono le valutazioni del Riesame dopo lo scontato ricorso degli avvocati - ha nei fatti confermato -anche se con sfumature a volte diverse - lo scenario proposto dalla procura, che ha indagato per mesi e valutato la commissione Paesaggio "un organismo in grado di creare una concentrazione di potere e di veicolarlo verso una spartizione del territorio edificabile a vantaggio di una cerchia ristretta di professionisti e speculatori".

È anche certo che si tratta di una puntata, forse la prima, di un'inchiesta che andrà avanti ancora mesi. E che avrà per oggetto anche argomenti di non poca rilevanza politica, tra cui, naturalmente la vendita dello stadio San Siro, al centro di un esposto dei cittadini.

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