Un «pasticcio» premiato con la candidatura a sindaco. Succede a Milano, Italia. Succede che il Pd, per le Comunali, punti tutto sull'uomo di Expo, Giuseppe Sala, nonostante il «rosso» e - soprattutto - la maldestra comunicazione sui numeri dell'evento.Dall'apertura dell'Esposizione, il conto dei biglietti prima e l'andamento dei bilanci poi, sono stati circondati da un'incredibile coltre di reticenze e opacità, nonostante il fiume di denaro pubblico investito nell'Expo (oltre un miliardo, due con le spese di gestione). Il commissario Sala, in realtà, ha più volte assicurato che i conti sarebbero stati positivi. La situazione invece risulta diversa, se è vero quanto emerge dalle ultime analisi, ovvero che il buco complessivo ammonterebbe a circa 242 milioni e che il bilancio 2015 della società Expo spa presenterebbe un rosso di 32,6 milioni e un patrimonio netto negativo di 44,1 milioni. Di sicuro si è capito che, nella stanza dei bottoni, la trasparenza sui dati non è gradita. Online si trova il video di luglio di quella che lo stesso Corriere della sera definì la «lite» fra Sala e il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo, a proposito dei dati degli ingressi (quel giorno, fra l'altro, Sala disse «non mi candido a sindaco»). Ora, sarà l'ottimismo forzato della narrazione renziana, sarà il delicato incrocio con le esigenze elettorali, a 4 mesi dalla fine dell'Esposizione in città non si riesce a venire a capo dei numeri. Pochi giorni fa, per un voto, in Consiglio comunale è stata bocciata l'istituzione della commissione d'inchiesta. La capolista azzurra Mariastella Gelmini l'ha definita «doverosa». Il commissario-candidato Sala ha detto che la commissione (che potrebbe essere votata domani) sarebbe «uno schiaffo in faccia a Milano». Secondo lui esponenti dell'opposizione, «per pura speculazione politica infangano Expo». In realtà il candidato del centrodestra, Stefano Parisi, ha scelto una linea di grande fair play. E il centrodestra (che ha portato l'Expo a Milano con Letizia Moratti) non ha mai bocciato l'evento in quanto tale. Sono discordanti, infatti, i giudizi sull'esito del grande show mondiale dedicato all'alimentazione, come le valutazioni sui 21 milioni di visitatori. Ciò su cui concordano invece tutti - centro, centrodestra e un pezzo di sinistra - è il giudizio sul maldestro tentativo di non dire tutta la verità. Condotta «disastrosa» ha sentenziato un altro manager-candidato, Corrado Passera. Il leader di Italia Unica parla di «bugie di Sala», lo incalza sulla sua «reticenza» e «inadeguatezza ad amministrare». «La vergogna principale non è la perdita - dice -, ma aver voluto negare l'evidenza per finalità probabilmente solo elettorali». Comportamento «inadatto a un candidato». Unfit, direbbero gli inglesi.Sala assicura che il rosso da 32 milioni «non era un dato rilevante» quanto «quello del patrimonio netto» di 14,2 milioni». La sinistra non Pd e i 5 Stelle attaccano. Ma anche il centrista Manfredi Palmeri, ex candidato sindaco, parla di «caos e allarme rosso», vede un «enorme fabbisogno» e assicura che, se va bene, «per quest'anno mancano almeno 60 milioni» solo per il primo semestre.
La Lega martella: «Se è vero che il buco ammonta a 242 milioni e che il bilancio 2015 di Expo spa presenta un rosso di 32,6 milioni e un patrimonio netto negativo di 44,1 milioni - sostengono segretari di Milano e Lombardia, Davide Boni e Paolo Grimoldi - significa che Sala ha mentito ai cittadini milanesi» e «se le cose stanno così deve ritirarsi subito dalla corsa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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