Sala elogia il leader Iv e spiazza i dem sulle alleanze

L'ex renziano Delrio riunisce i suoi a Roma e Franceschini manda un "messaggio" a Letta

Sala elogia il leader Iv e spiazza i dem sulle alleanze

Tra la Leopolda dei renziani e le convulsioni dei grillini, il Pd rischia di ritrovarsi senza identità. Intanto i dem vanno in fibrillazione per la presenza del sindaco di Milano Beppe Sala alla kermesse fiorentina di Matteo Renzi. Uno dei volti vincenti del centrosinistra alle ultime amministrative, a capo di una coalizione larga ma senza il M5s, Sala da Firenze ringrazia Renzi, in un'edizione dove l'unico esponente del Pd che si è fatto vedere è stato il sindaco Dario Nardella. «Abbiamo appena finito le elezioni e al di là della gioia, è un periodo in cui si imparano delle lezioni. Italia viva nell'area riformista è andata molto bene e sono qui anche per ringraziare», dice Sala. E lo fa in un frangente non privo di tensioni tra il maggiore partito della sinistra italiana e i renziani. L'invito del sindaco di Milano è a «smettere di leggere orizzontalmente la politica». Dalla Leopolda parla di «compromesso e convergenza per il bene del Paese». Sala ascolta la contro-inchiesta di Renzi sulla fondazione Open e abbozza una difesa sulla questione delle conferenze in Arabia Saudita. «Dipende anche dal ruolo che si svolge. Tutti noi dobbiamo cercare di capire cosa Renzi voglia fare nel futuro, se voglia stare centrale nello scenario politico, oppure no. Il fatto che sia qui dimostra che certamente vuole contare». Quindi rivendica la sua partecipazione all'evento: «Chi fa politica deve andare ovunque».

Segnali lanciati a un Pd che rischia di smarrirsi. Il segretario Enrico Letta aveva puntato molte fiches sull'alleanza con il M5s. Però la debolezza della leadership di Conte rischia di compromettere il percorso dei giallorossi. Sempre dalla stazione fiorentina Renzi venerdì ha detto che «il Pd è diventato grillino». E i riformisti dem si organizzano. L'ex renziano Graziano Delrio riunisce la sua corrente a Roma. Auspica «un campo largo da Bersani, Renzi e il M5s». Presenti Nardella, Bonaccini, il coordinatore di Base riformista Alessandro Alfieri, e la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani. Si vede in sala anche il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.

Mentre il vicesegretario Peppe Provenzano mette dei paletti su Renzi, in tutti gli interventi si propone un fronte che comprenda Iv, Calenda e i grillini. Peccato che dalla Leopolda sia già arrivato il veto sul M5s e sul suo leader Conte.

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