La prima della Scala è servita da fondale per la chiusura del tormentone sulla candidatura Sala: dopo un rapido incontro in Prefettura tra il premier e l'uomo di Expo, quel che era noto da tempo è stato ufficializzato. Giuseppe Sala è in campo e sarà il candidato sindaco del centrosinistra, previe primarie.Nel resto d'Italia il Pd andrà al voto in formazioni alterne, secondo quelle che vengono definite «geometrie variabili»: sarà alleato un po' con il Nuovo centrodestra e un po' con la Sinistra italiana (ossia Sel più quattro o cinque transfughi Pd). In linea di massima, le alleanze con gli alfaniani saranno al Sud e quelle con la sinistra radical al centro-nord. «La strategia - spiega il capogruppo democrat alla Camera, Ettore Rosato - è confermare le alleanze di centrosinistra dove abbiamo governato insieme. Poi, chi vuole vincere, deve sempre tentare di allargare la coalizione». Il Pd sarà con Sel a Trieste, Bologna, Rimini, Novara e anche a Cagliari, dove il centrosinistra governa unito. Ma ci sono anche diverse eccezioni, perché i seguaci di Vendola &Co. si sono prefissi come obiettivo di far perdere il Pd laddove ne vedono la possibilità. A Torino, per esempio, dove vogliono far scendere in pista contro Piero Fassino il sindacalista vintage e deputato Giorgio Airaudo; o a Roma dove Stefano Fassina si candida a (mancato) sindaco per cercare di alzare un po' le percentuali del nuovo partitino nell'unico posto dove può puntare ad intercettare un po' di voti in uscita da un Pd capitolino in crisi profonda dopo il pasticciaccio Marino.Alle primarie di Milano il Partito democratico e la sinistra-sinistra - guidata dall'uscente Giuliano Pisapia - andranno divisi su diversi candidati. Ma al Nazareno ostentano sicurezza: «Sala vince facile», i sondaggi interni sulla vicesindaca Francesca Balzani, pupilla di Pisapia, sono pessimi, e per di più il fronte sinistro è come sempre spaccato, visto che Pier Francesco Maiorino non mostra alcuna voglia di ritirarsi dalla mischia. «E non lo farà - dicono nel Pd - perché sa bene che la partecipazione alle primarie è la sua assicurazione sulla vita per restare in gioco e sperare in un assessorato dopo il voto». Ma, un volta chiusa la pratica delle primarie e - nel copione ideale - acquisito l'appoggio di Pisapia al candidato vincente, il Pd non esclude affatto di riuscire ad allargare l'alleanza anche a destra, perché i sondaggi informali con Ncd dicono che la tentazione degli alfaniani di convergere sul moderato Sala è molto forte.A Napoli la sinistra si è appiattita sull'uscente De Magistris, mentre il Pd ancora non sa che pesci prendere e sta cercando un nome da contrapporre nelle primarie ad Antonio Bassolino, un «candidato con un forte profilo renziano» come promette Lorenzo Guerini. L'alleanza con Ncd in Campania viene data per certa (ci fu anche alle Regionali), ma le chance di arrivare al ballottaggio sono ritenute assai scarse, ammettono nel Pd, e il presidente della Regione De Luca non sta dando una mano al suo partito: in fondo, spiegano i renziani, «preferisce tenersi un sindaco poco capace ma innocuo come De Magistris piuttosto che far nascere nuove leadership locali nel Pd». Poi c'è il buco nero di Roma, e i sondaggi che danno il Pd in calo al 30%, e grillini e centrodestra in crescita. Ad un presunto ballottaggio nazionale il Pd verrebbe battuto da M5s e finirebbe testa a testa col centrodestra.
In casa Pd chi segue la pratica Amministrative avverte: «Tutti guardano ai Cinque Stelle, ma si sta sottovalutando la destra: ricordiamoci che alle Regionali la sventola ligure l'abbiamo presa da loro, mica da Grillo. E può ripetersi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.