Sala punge: "Così restiamo in Serie B" Fi va in piazza contro lo stop al tunnel

Il sindaco di Milano: «Governo penoso». Oggi si mobilitano gli azzurri

Sala punge: "Così restiamo in Serie B" Fi va in piazza contro lo stop al tunnel

Milano «La scusa dei costi-benefici è penosa, con un'analisi del genere non avremmo mai fatto l'Autostrada del Sole. E non si può avere una commissione in cui 5 membri su 6 si erano già dichiarati apertamente contro la Tav». E «deludentissimo», affonda il sindaco di Milano Giuseppe Sala, è «l'atteggiamento del governo che continua a rinviare la decisione, siamo già fanalino di coda con il nostro 0,2% di crescita, se andremo avanti così saremo nella serie B europea dei diritti, della crescita e delle opportunità». Sala ha invitato ieri a Palazzo Marino il sindaco di Lione Gerard Collomb, ex ministro dell'Interno del governo Macron, per dare una dimostrazione plastica dell'alleanza tra la città motore l'Italia e la Francia sul progetto dell'Alta velocità impantanato dal Movimento 5 Stelle. In platea c'è la Milano che produce, i vertici di Assolombarda, Confcommercio o Assimpredil che lanciano l'allarme re(tro)cessione. Milano vuole rimanere in serie A. Lo ribadirà con forza domani anche Forza Italia, durante l'incontro pubblico «Mettiamo in cantiere la crescita» (Palazzo delle Stelline in corso Magenta 64 a Milano, dalle ore 10.30). Parlamentari e consiglieri regionali affronteranno con esperti del settore il tema Tav e grandi opere e metteranno a punto un «Manifesto per le infrastrutture». «Bisogna andare oltre l'immobilismo assistenzialistico imposto dal governo a trazione 5 Stelle, sbloccando le opere» insiste la presidente dei deputati Fi Mariastella Gelmini, promotrice dell'incontro. Parlamentari, senatori e consiglieri lombardi (da Paolo Romani a Licia Ronzulli, Lara Comi, Matteo Perego, Giorgio Mulè) indosseranno i gilet azzurri per un flash mob contro il blocco della Tav.

Il sindaco Sala avverte che rinunciare ai fondi europei per la Torino-Lione rischia di creare un precedente pericoloso: «Perderemo di credibilità e nel bilancio Ue ci sono fondi enormi per altri progetti». Non salva il vicepremier della Lega che anche ieri ha dichiarato che l'obiettivo è rivedere il progetto, risparmiare, «poi si va avanti». Matteo Salvini, ribatte Sala, «fa il gioco delle parti, è l'alibi migliore al mondo per questo governo, con la scusa che gli altri non lo vogliono ci si paralizza. Mi meraviglia come si possa perdere questa opportunità sull'altare delle elezioni europee. Ma la partita Tav non è finita e spero che tutto il nord si mobiliti». Al suo fianco anche Collomb invita a «non pensare alle elezioni Ue ma a lungo termine». È convinto che «alla fine l'opera si farà perché in Italia l'opinione pubblica è favorevole». Ha letto («ma sopratutto gli esperti») l'analisi costi-benefici ed «è inesatta, è stata sottovalutata la capacità di crescita favorita dalla mobilità».

Invita il ministro M5S alle Infrastrutture Danilo Toninelli che aveva dichiarato «chi se ne frega di andare a Lione» a «scoprire la nostra città, è molto bella, ma grazie alla Tav potrà andare molto più rapidamente anche a Parigi o a Barcellona».

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