Salis e il contratto al dirigente radiato

La candidata sindaco a Genova imbarazza la sinistra dopo un caso di sessismo

Salis e il contratto al dirigente radiato
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Promuove la cultura dei diritti ed è nemica del sessismo. Ma si è voltata dall'altra parte quando il più becero sessismo e le battute da caserma di Ferruccio Galvagno, potente dominus della Federazione italiana danza e sport musicali, sono diventati moneta comune in palestra e nelle esibizioni dei giovani talenti. Silvia Salis era fino al marzo scorso, prima di lanciare la sua candidatura per il centrosinistra a sindaco di Genova, vicepresidente del Safeguarding Office della Federazione.

Ma l'Osservatorio non si è accorto di nulla, non ha avuto nulla da ridire sule uscite di questo signore, sul motto «balla e tromba», sulle sue esternazioni a proposito di gender e via elencando.

Si può avere naturalmente qualsiasi opinione su temi così delicati, ma il rispetto è la base di tutto. E il Coni, di cui Salis è ancora vicepresidente esecutivo, predica l'inclusività e lotta contro ogni forma di discriminazione, anche la più sottile. Salis, che ha un passato di campionessa italiana nel lancio del martello, ambiva secondo molti, diventare l'erede di Giovanni Malagò, ormai in scadenza, alla testa del mondo sportivo tricolore. Poi, per una ragione o per l'altra, forse perché le sue chance si assottigliavano sempre più, ha preso la strada di Genova, dove se la giocherà domenica e lunedì prossimi contro Pietro Piciocchi (centrodestra).

Ora però fonti del Coni descrivono al Giornale comportamenti che contrastano con l'immagine pubblica che lei si è costruita nel tempo. «L'Italia è un cantiere sulla parità di genere», ha spiegato Salis ieri alla Stampa - Diversi assessori dell'attuale giunta hanno postato foto in costume con mio figlio di un anno, senza neanche oscurarlo. Con un uomo lo farebbero? No». Salis si pone dunque come un argine contro il maschilismo imperante che albergherebbe dalle parti del centrodestra, anche a Genova.

Al Coni, a quanto pare, questa intransigenza si è ammorbidita. Le performance di Galvagno sono passate inosservate, di più: l'uomo, che nel 2010 era stato addirittura radiato perché condizionava il voto dei giudici nei concorsi e poi nel 2017 era rientrato in pista con una sorta di grazia, all'inizio del 2025 riceve dalla Federazione addirittura un contratto da 50mila euro come coordinatore dell'attuazione del programma. Un ruolo di primissimo piano.

Qualcuno, dentro la cittadella sportiva si scandalizza e manda mail di fuoco al solito Safeguarding Office che però non muove un dito, non si pone alcuna domanda e non si interroga sul fatto che un personaggio così controverso sia tornato in auge.

A marzo la Salis si dimette dall'Osservatorio, negli stessi giorni Rachele Scarpa, deputata del Pd, lo stesso partito che l'ha scelta per Genova , presenta un'interrogazione durissima contro Galvagno.

«Galvagno - scrive Scarpa - ha proposto, in modo inaccettabile, l'uso di uno slogan volgare come balla e tromba, sottolineando un approccio riduttivo, sessista e volgare alla disciplina della danza». Salis tace e non risponde nemmeno alle domande del Giornale. Un cortocircuito perfetto. E una pagina imbarazzante nel «campo largo» che prova a espugnare Genova.

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