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Altro che pace fatta, torna il caos nel M5S

Slitta l'incontro per sancire definitivamente la pace: il tema giustizia ha creato nuove frizioni. Non si escludono colpi di scena: "Può succedere di tutto"

Altro che pace fatta, torna il caos nel M5S

Sembrava tutto fatto tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo: nel corso dell'assemblea del Movimento 5 Stelle di domenica era stato annunciato l'accordo raggiunto tra l'ex presidente del Consiglio e il garante per dare vita al nuovo corso pentastellato. I festeggiamenti dei 5S sono partiti immediatamente, ma la felicità e gli entusiasmi sono rientrati poco dopo: c'è da fare i conti con la riforma della giustizia che ha creato mal di pancia tra gli eletti. Nelle ultime ore si è aggiunto un dettaglio di non poco conto che ha fatto salire di nuovo l'ansia nel gruppo grillino: indiscrezioni di stampa avevano fatto sapere che nella giornata di oggi si sarebbe dovuto tenere un incontro tra i due per sancire definitivamente la pace ma, stando alle ultime notizie, il faccia a faccia sarebbe stato rinviato a data da destinarsi.

Slitta il faccia a faccia

Rumors del Movimento riferiscono che il confronto doveva poggiare su solide garanzie, tra cui la riservatezza: una condizione difficile da rispettare "se data in pasto ai quotidiani", fa notare una fonte qualificata. Proprio un senatore, riporta il Corriere della Sera, aveva confermato: "La mia assistente mi aveva detto che Beppe sarebbe arrivato domani (oggi per chi legge, ndr). Noi non sappiamo altro...". Al momento non è ancora chiaro se lo stop sia arrivato da Conte o da Grillo. Parlamentari del M5S assicurano che si starebbe cercando "una location segretissima". Appare evidente che il tema giustizia ha creato nuove frizioni tra l'avvocato e il comico genovese. L'ex premier non vuole perdere altro tempo e intende accelerare fin da subito, anche perché vanno stilate le liste per le prossime elezioni Amministrative e il malcontento della base nei territori si fa sentire sempre di più.

Un nuovo colpo di scena?

Dal Movimento 5 Stelle sostengono con convinzione che "non c'è alcun problema fra Beppe e Giuseppe", i quali si starebbero semplicemente confrontando per "affinare gli ultimi dettagli". C'è chi sostiene che si sarebbero dovuti vedere ma alla fine avrebbero optato per una conversazione telefonica. Carlo Sibilia, sottosegretario all'Interno, dà per certa l'intesa: "La sintesi trovata è una opportunità da cogliere per il Movimento. Nel nuovo statuto del M5S è previsto che vi siano figure di peso ad affiancare il presidente Conte, che avrà uno o più vicepresidenti".

Ma torna a crescere il panico tra le truppe pentastellate: "Come finirà? Che ne sarà di noi?". "Vogliamo soltanto che si sbrighino. Siamo stanchi di non avere una guida, una struttura...", sbotta un esponente pentastellato. Come già detto, nella galassia gialla assicurano che non è sorto nessun ostacolo e che la pace è praticamente fatta. Eppure si segnala più di qualche voce perplessa sul futuro del Movimento, nonostante le gioie e i comunicati stampa festosi. "Beppe è imprevedibile, nulla può essere escluso, anche che si presenti al Forum e che chiami a raccolta tutti i parlamentari, tranne Conte", è l'ipotesi più estrema che circola.

Dunque tutto può ancora succedere. Un big Cinque Stelle sotto anonimato, scrive Marco Antonellis su Italia Oggi, si prepara a qualsiasi scenario: "Conoscendoli non escluderei colpi di scena". Viene fatto notare che l'intesa "è stata raggiunta senza convinzione, più per 'dovere' nei confronti dei parlamentarti che rischiavano di trovarsi con due partiti dell'8% e quindi con pochissime possibilità di essere rieletti che non per aver raggiunto un accordo a prova di bomba". La stretta di mano è siglata o dobbiamo aspettarci un nuovo clamoroso ripensamento?

La mossa di Conte

Conte si prepara a imprimere un notevole cambio di linea politica del Movimento rispetto alle incertezze e alle divisioni che continuano a prevalere. La prima mossa - annuncia Pasquale Napolitano su ilGiornale in edicola oggi - potrebbe essere quella di eleggere due nuovi capigruppo, con l'obiettivo di avere al timone della pattuglia parlamentare due figure contiane. Il controllo dei gruppi gli garantirebbe una fondamentale agibilità politica nelle prossime sfide parlamentari.

"Una scelta motivata con l'esigenza di creare un collegamento diretto tra gruppi parlamentari e la nuova leadership", dicono nell'entourage dell'avvocato.

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