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Il saluto a Gorbaciov e il gelo del Cremlino. "Solo un romantico". E la Russia lo liquida. "Ha distrutto l'Urss"

Alla fine i funerali di Stato, almeno secondo la Tass, ci saranno. La cerimonia è prevista per sabato, prima della sepoltura al cimitero di Novodevichy, accanto all'amata moglie Raissa

Il saluto a Gorbaciov e il gelo del Cremlino. "Solo un romantico". E la Russia lo liquida. "Ha distrutto l'Urss"

Alla fine i funerali di Stato, almeno secondo la Tass, ci saranno. La cerimonia è prevista per sabato, prima della sepoltura al cimitero di Novodevichy, accanto all'amata moglie Raissa. Una smentita alle voci trapelate ieri in mattinata e raccolte da un'agenzia di stampa, che escludevano onori pubblici. Ma il fatto stesso che l'omaggio fosse in dubbio testimonia il distacco con cui la Russia, ufficiale e no, si appresta al congedo da Mikhail Gorbaciov.

Le condoglianze di Vladimir Putin alla famiglia (incerta la sua presenza) sono un capolavoro di distacco e di equilibrismo. Era «un politico e uno statista che ha avuto un impatto enorme sulla storia mondiale. Ha guidato il nostro Paese in un periodo di cambiamenti complessi e drammatici e si era impegnato a proporre soluzioni a problemi urgenti». Nessun coinvolgimento, nessuna valutazione. La chiave di lettura del tono gelido sta nelle parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che, più libero dai vincoli del protocollo, la dice tutta: «Il romanticismo di Gorbaciov verso l'Occidente non aveva giustificazioni» e il suo progetto di creare rapporti cordiali «non ha funzionato». Una condanna definitiva, pur se espressa in termini più garbati di quanto abbiano fatto, a qualche migliaio di chilometri di distanza, i commentatori cinesi sul comunista Giornale del Popolo: è stato una «figura tragica», che visto in prospettiva storica si è dimostrato «ingenuo e immaturo». «La sua venerazione cieca del sistema occidentale ha fatto perdere indipendenza all'Unione Sovietica e il popolo russo ne ha tratto instabilità politica e pesanti conseguenze economiche».

Tornando a Mosca, è la stessa prospettiva di giudizio utilizzata dalle forze nazionalistiche e «imperiali» raccolte attorno a Tsargrad, la tv dell'oligarca Kostantin Malofeev. Qui il giudizio è durissimo: «Gorbaciov è stato uno dei più grandi successi della Cia americana», recitava ieri il sito dell'emittente. «Non hanno nemmeno avuto bisogno di reclutarlo: ha fatto tutto da solo». Più severi di così non si può. Eppure Gorbaciov non era un pericoloso estremista. Nel 2014 si era dichiarato a favore dell'annessione della Crimea e contro le sanzioni occidentali. «Difenderò in modo fermo le posizioni della Russia e quindi di Vladimir Putin. Sono convinto che difenda gli interessi russi meglio di qualunque altro». Con il tempo il giudizio sugli atteggiamenti autocratici del leader del Cremlino si era fatto più severo, ma sempre con misura. «Ha salvato il Paese, ma ora mi sembra malato di presunzione» aveva detto qualche tempo fa. «Tutti mi dicono che non ha più importanza, perché lui è già Dio o, come minimo, il vice di Dio in terra». Allo scoppio delle ostilità in Ucraina, per la prima volta non aveva commentato gli eventi. Dmitri Muratov, direttore della Novaya Gazeta, giornale che Gorby ha finanziato fino all'ultimo, era andato a trovarlo: «Non sta bene, ma mi ha confermato che bisogna fare tutto il possibile per evitare una guerra nucleare», aveva riferito.

Al di là di questa o quella specifica posizione era tutta la sua storia ad essere lontana dall'attuale élite di potere moscovita. A spiegarlo bene è stato ieri Pietr Akopov, uno degli editorialisti di Ria Novosti, considerato tra i più vicini al Cremlino (suo l'editoriale pubblicato per errore alla fine del mese di febbraio, scritto in anticipo per celebrare la facile vittoria russa e la conquista di Kiev).

Le sue parole sembrano un manifesto del potere moscovita. «La Russia e l'Occidente salutano diversi Gorbaciov: nella nostra storia rimarrà il distruttore dell'Urss e, per l'Occidente, l'uomo che ha posto fine alla Guerra Fredda e ha aperto la strada all'unificazione della Germania e dell'Europa», scrive Akopov. «La lezione principale del suo periodo di governo consiste nel fatto che la Russia non solo non può far parte dell'Occidente e nemmeno essere sua alleata, ma deve in ogni modo rafforzare la sua indipendenza e autosufficienza».

Un amico del leader scomparso, Alexey Venediktov, direttore di una radio indipendente, Echo Moskvy, ha detto che «tutte le riforme di Gorbaciov sono ora ridotte in cenere e in fumo». Per Putin anche la guerra in Ucraina è stato un mezzo per azzerare l'eredità del predecessore. Ora non restano che i funerali.

C'è chi ha ipotizzato la partecipazione di leader occidentali come Angela Merkel (un suo portavoce ha già smentito). In questo momento sarebbe un evento straordinario, l'ultimo servizio di Mikhail Sergeevic Gorbaciov alla politica mondiale.

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