Salve solo le banche: il governo non paga i risparmiatori truffati

Stralciate dal maxi decreto le norme per gli indennizzi. La Ue approva la linea italiana sulle bad bank. Renzi dimezza la riforma delle Bcc

Niente rimborsi per ora. I detentori delle obbligazioni subordinate azzerate dal bail-in dei quattro istituti «salvati» (Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti) dovranno aspettare ancora per vedere soddisfatti, almeno in parte, i loro reclami. Il Consiglio dei ministri di ieri ha infatti stralciato dal maxidecreto bancario (che ha pure «dimezzato» la riforma delle Bcc) le norme che stabiliranno chi potrà accedere agli arbitrati e quanto potrà ricevere. Un discorso ancora oggetto di trattativa tra il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e l'Abi, la Confindustria delle banche che si è incaricata di procedere tramite le proprie risorse al ristoro di chi è stato «truffato». Secondo quanto si apprende, l'intenzione sarebbe quella di accelerare la pratica attraverso un decreto ministeriale del Tesoro (di per sé previsto dalla Stabilità) che sarebbe immediatamente efficace e non avrebbe bisogno di un passaggio parlamentare.«Il governo Renzi e il ministro dell'Economia avrebbero il dovere di riparare agli errori commessi», hanno commentato Adusbef e Federconsumatori. «Questo passo indietro ci sembra non possa portare nulla di buono», ha detto Letizia Giorgianni, presidente dell'associazione «Vittime del Salva-banche», precisando che «continuerà la battaglia per avere rimborsi integrali per tutti». La preoccupazione principale ora è l'impugnabilità dinanzi a un qualunque Tar di un atto amministrativo come il decreto ministeriale, cosa che un dl avrebbe consentito di evitare.Confermata anche l'istituzione di una holding unica per il controllo delle Bcc a cui gli istituti di credito cooperativo potranno aderire con un patto di coesione. Tuttavia gli istituti che decidessero di rimanere autonomi potranno farlo trasformandosi in spa e portando con sé il proprio patrimonio. Una previsione che indebolisce la riforma stessa e che ha sorpreso non poco sia il tesoro che Bankitalia. Il sospetto è che si sia voluto in qualche modo assecondare la spinta «localista» delle Bcc toscane che avrebbero trovato in Renzi e nel sottosegretario Lotti interlocutori attenti. «Norme che non rispettano il dettato costituzionale e consentono la divisione di riserve indivisibili che sono un grande patrimonio intergenerazionale costruito con sacrificio da generazioni di soci cooperatori in oltre 100 anni di storia», ha commentato indispettito il presidente di Confcooperativ, Maurizio Gardini che ha lavorato al progetto.Sono rimaste, invece, nel maxiprovvedimento la garanzia statale sulle cartolarizzazioni dei crediti in sofferenza (Gacs) e l'autoriforma delle banche di credito cooperativo. Sul primo punto c'è da registrare che proprio ieri la direzione generale della Concorrenza della Commissione Ue ha dato il formale via libera agli accordi raggiunti il 26 gennaio scorso in quanto non sono configurabili come aiuto di Stato.

Prevista, inoltre, l'accelerazione delle procedure concorsuali, per migliorare il recupero crediti. Nel decreto, invece, non dovrebbero entrare le norme di dettaglio per il prepensionamento dei bancari che agevolerebbero i processi di fusione.

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