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Salvini contro Macron. E la Germania ci molla tutti i suoi migranti

Il ministro: «In Francia pessimo presidente» Conte frena. Ma Berlino si ritira da Sophia

Salvini contro Macron. E la Germania ci molla tutti i suoi migranti

Invece di smorzare i toni, Luigi Di Maio rilancia. «Siamo vicini al popolo francese» aggiunge cercando di uscire dall'angolo cui era finito dopo che le sue dichiarazioni contro la politica estera di Parigi avevano portato il ministro degli Esteri francese Jean Yves Le Drian a convocare l'ambasciatore italiano Teresa Castaldo. Per il leader del Movimento 5 Stelle il nodo della questione è in una delle tante rivendicazioni dei gilet gialli. «Si vuole far passare il dibattito di questi giorni sul franco CFA (la moneta di 14 Paesi africani, stampata in Francia che ha parità di cambio con l'euro, ndr) come un attacco dell'Italia al popolo francese - commenta il vicepremier -. Sciocchezze. Il popolo francese è nostro amico. Infatti il dibattito sul franco CFA va avanti da anni in Francia ed è anche nelle rivendicazioni del programma dei gilet gialli». Rinfocolare la «crisi» diplomatica diventa uno strumento di propaganda elettorale e quindi Salvini (campione dei sovranisti nostrani) non può essere da meno. Dimostrandosi di sicuro meno diplomatico del collega di governo. «Sono vicino al popolo francese - annuncia il ministro degli Interni - che vive con un pessimo governo e con un pessimo presidente. Macron chiacchiera tanto e combina poco: dà lezioni di generosità, di accoglienza e solidarietà e poi respinge migliaia di immigrati al confine italiano». Insomma la polemica resta accesa e i toni alti. Tanto che il tema monetario rimane sul piatto. «Non tiriamo dritto per un capriccio. Anzi - replica Gianluigi Paragone (M5S) - se c'è un capriccio da spiegare è proprio quello dei francesi. Non si capisce perché debba persistere questo neo colonialismo monetario, che indubbiamente aiuta l'immigrazione dall'Africa». E l'emergenza è tutt'altro che alle spalle dal momento che anche organizzazioni no profit come la Caritas si trovano a respingere l'applicazione del cosiddetto Decreto Salvini. Il delegato regionale lombardo Luciano Gualzetti ha detto che 500 ospiti delle strutture non verranno allontanati pur perdendo il diritto all'accoglienza come stabilito dal Decreto.

Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi cerca intanto di stemperare i toni. Solo campagna elettorale. Sono, ribadisce il titolare della Farnesina, le «elezioni europee più politiche degli ultimi anni, che finiscono per alimentare un dibattito cui none eravamo abituati». Più di circostanza le parole del premier Giuseppe Conte, sul cui tavolo a Palazzo Chigi ancora giace la bozza del Trattato del Quirinale che dovrebbe fare da contrappeso al trattato di Aquisgrana. «Il rapporto con la Francia - dice Conte, dietro le cui parole si cela la pressione dello stesso presidente Mattarella - rimane forte e saldo». Sarà, ma le conseguenze dello scontro diplomatico sembrano invece allargarsi. Ieri da Berlino è trapelata la decisione di ritirare le navi dalla missione Sophia, europea ma a guida italiana, che pattuglia il Mediterraneo. Dopo il dispiegamento della fregata Augusta, la nave Berlin non è stata inviata nel Mediterraneo. Secondo l'agenzia Dpa è una protesta contro la politica di Roma in appoggio alla linea francese. Ma Fonti Ue smentiscono: l'arrivo della Berlin è solo rinviato. Salvini fa spallucce: «Se qualcuno si sfila non è un problema». L'opposizione invece è in allarme.

«La politica estera del governo - tuona Lucio Malan (Fi) - danneggia l'Italia e lo fa con considerazioni risibili».

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