Stufi. Sono stufi. Di Maio e Salvini, ieri, in due interviste rispettivamente al Corriere e alla Stampa, hanno usato lo stesso termine. «Sono stufo di litigare», ha confessato, esausto, il vicepremier grillino al cronista. Ma, nel frattempo, anche il suo omologo leghista dava sfogo alla sua frustrazione: «Beghe, polemiche e attacchi da parte di tutti, Toninelli, Bonafede, Di Battista, Di Maio, la Lezzi. Io sono stufo, e vabbè, ma inizia a stufarsi anche la gente». Fuochino. Salvini è già andato più vicino al problema rispetto al suo collega. Se sono stufi loro, spiaggiati a Milano Marittima o a sbocciare bottiglie in Costa Smeralda, figuriamoci gli italiani.
Il governo del cambiamento è diventato il governo degli stufi. E noi siamo stufi di vederli stufi. Di vederli bighellonare e poi azzuffarsi in continuazione. Di assistere a questa patetica commedia. Dovevano ribaltare tutto, aprire il Parlamento come una scatola di tonno e invece sono lì, a incartarsi sui cavilli e a farsi guerre sotterranee, che in confronto la Prima Repubblica era un convento di orsoline. Salvini e Di Maio sono una coppia in crisi che nessuna terapia matrimoniale può curare. Il problema è che dal loro sbilenco matrimonio dipendono le sorti del nostro malandato Paese, non l'economia domestica di una famiglia. Sembra una questione da tinello, ma in realtà è una questione di Stato. Non sono Sandra e Raimondo, sono gli azionisti di maggioranza del governo. E mentre il Pil scende, l'industria arranca, le tasse aumentano e gli sbarchi continuano, loro cosa fanno? Litigano. Litigano sulle pagine dei giornali, sui loro profili Facebook, su Twitter, su Instagram, in televisione, persino in spiaggia. Come storditi da un colpo di sole agostano dicono tutto e il contrario di tutto. Sì Tav, No Tav, Ni Tav. E poi si dividono sulla sicurezza, sull'autonomia, sui trasporti, sui mancati rimpatri e sulla flat tax. Praticamente su ogni cosa.
Si punzecchiano, s'insultano, ma poi - attratti dal magnetismo che le poltrone esercitano sulle loro terga - si ritrovano a Palazzo. A stilare riforme abborracciate e leggi zoppe, che non soddisfano né gli uni né gli altri. Perché l'armonia iniziale è finita, la fiducia è scomparsa, i pesi reciproci sono cambiati e la coppia non sta più insieme neppure con la colla. Loro sono stufi e noi siamo arcistufi. Ma li prendiamo comunque in parola e chiediamo aiuto al dizionario. Stufo, secondo la Treccani, significa: «Stanco, annoiato, senza più voglia di continuare o forza di resistere».
A volte un buon vocabolario dirime più problemi che un trattato di scienza politica. Ne prendano atto, basta accanimento terapeutico, smettano di resistere e riportino il Paese alle elezioni. Perché quelli veramente stufi sono gli italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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